Ancora pochi giorni per visitare la mostra di Botero a Bologna
La location è spettacolare, la mostra meravigliosa.
E’ Palazzo Pallavicini che ospita nelle sue affrescate e meravigliose sale, fino al 26 gennaio, la mostra di Fernando Botero.
Quasi scherzosamente, l’associazione che viene fatta quando si sente il nome di Botero è identificarlo come il pittore che dipinge le donne “grasse” ma, come lui spesso ha precisato la sua è sempre stata una ricerca del volume che si esprime attraverso le forme.
Botero, infatti, deforma i corpi ampliandone le dimensioni, raffigura una rotondità che risulta sempre armoniosa, piacevole da guardare.
Così come sono piacevoli le sue 50 opere in mostra che formano un percorso espositivo diviso in 7 sezioni.
La prima sezione s’intitola “Vita” e racconta le persone normali, musicisti, ladri, guardie, l’artista con le sue opere riporta la condizione umana, rendendo la forma l’unica protagonista; la seconda sezione è “Religione”, dipinge la dimensione ecclesiastica attraverso la raffigurazione di tuniche e sacerdoti; la terza sezione è “Nudi” per i quali prende spunti dal pittore Dorè e attraversi cui esprime la sua idea di sensualità esaltando il corpo femminile dal punto di vista concettuale; la quarta sezione è “Nature morte” che sono le opere più sconosciute dell’artista colombiano; la quinta sezione è “Circo” ricca dei dipinti più recenti dell’artista, tema affrontato anche da Renoir, Chagall e anche da Picasso, dove i circensi sono raffigurati nella loro vita di spettacoli e precarietà, la penultima sezione è “Colore” dove troviamo solo forma e colore e ogni cosa appare semplicemente per quella che è; infine, c’è la “Tauromachia” che tra l’altro è una disciplina che anche Botero svolse da ragazzo e racconta la metafora tra la vita e la morte.
La mostra di Botero a Bologna è un originale racconto dei suoi colori e delle sue forme che si traducono perfettamente nell’arte che da sempre lo contraddistingue.
“Non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà, ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta, dipingo sempre un volume. Se dipingo un animale, lo faccio in modo volumetrico e lo stesso vale per un paesaggio. Sono interessato al volume, alla sensualità della forma. Se io dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, ho sempre quest’idea del volume e non ho affatto un’ossessione per le donne grasse”.
Felisia Toscano