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Fotografia minutera itinerante
in un istante di tempo
La prima volta che ho incontrato la fotografia, quella vera, capace di raccontare storie, di toccare con delicatezza l’anima delle persone è stato nel duemiladieci, quando, mi sono imbattuta nei racconti di Maria. Con i suoi reportage volti a raccontare con delicatezza la vita, gli ultimi e i loro diritti ho visto la storia delle persone che aveva incrociato, ho iniziato a guardarmi intorno con sguardo critico, a riflettere sull’uso delle immagini e mi sono appassionata, percorrendo una strada poco battuta, all’arte del racconto attraverso la luce con un’accezione completamente diversa. Essendo figlia della tecnologia e occupandomi di comunicazione, ho vissuto in una realtà che viaggia su un binario lontano dal mondo a cui mi sono avvicinata, la fotografia analogica e, ancora più intima, quella minutera. La prima volta che ho visto una scatola magica è accaduto in Provenza, in uno dei miei numerosi viaggi con Maria, nel centro di Arles dove, un fotografo minutero, realizzava fotografie catturando la mia attenzione… ci siamo fermate ad osservarlo prima di dargli la possibilità di ritrarci e di donarci un istante. Ho vissuto quell’esperienza come una magia, l’attesa, lo scatto, la luce che ha disegnato sulla carta ed infine, il nostro ritratto tra le mani ricevuto con emozione, la possibilità di toccare con mano, in quel momento, una vera fotografia. Con Maria ci siamo guardate dinanzi a quella scatola pensando la stessa cosa, quella lanterna magica sarebbe stata con noi alle prossime partenze. Ancora una volta, lei con la fotografia e io con la cura, in ogni dettaglio, avremo dato vita ad nuovo progetto itinerante e… alla deriva. Abbiamo costruito pezzo dopo pezzo il nostro scrigno tra odore di legno e colla, quando per la prima volta l’ho vista nella sua completezza ho pensato che quella scatola avrebbe di certo saputo stupirmi. Ho iniziato a leggere di tempo e luce, a scrutare chi e come decide di imprimere le immagini sulla carta, ad ogni fotografia realizzata sento di imparare qualcosa. Tutto nasce dalla lentezza dei movimenti, lì, accanto alla scatola, mi sento catapultata in un’altra dimensione, in un tempo scandito da una piccola clessidra… quando apriamo lo sportellino di legno per scoprire qual è l’immagine che la luce ha deciso di donarci, mi emoziono come una bambina, mi sento come se avessi sempre rincorso il tempo mentre ora è lui ad offrirsi a me. Per la prima volta, con la fotografia minutera, penso di potermi fermare e, mentre ciò accade, incontro occhi, ascolto storie, disegniamo cerchi infiniti realizzando quelle che Maria chiama "carte geografiche dell'umanità".
Felisia
Sito web:
www.fotografiaminuteraitinerante.it
Instagram:
fotografia minutera itinerante
Facebook:
in un istante di tempo
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