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Francesca Sarteanesi torna al Funaro con "Sergio"

“Quando s’andava a mangiare il pesce, Sergio. Alla tu mamma gli garbava tanto andà a mangià il pesce là, come ci si chiamava? Come era il ristorante? Come si mangiava. Te hai sempre scelto tutto giusto te. Tutto. Hai sempre avuto dei gusti, sempre avuto gusto anche nel mangiare, sempre le scelte giuste. Tutti prendevano il branzino, te lo ricordi? Noi si prendeva le triglie”.
Un monologo familiare, tutti ma proprio tutti per un attimo ci siamo sentite la moglie di Sergio, nel soggiorno di casa a conversare e a ripercorrere momenti della vita passata, ricordi di situazioni a volte buffe, a volte dolorose ma comuni.
La Sarteanesi con la sua semplicità è riuscita ancora una volta a coinvolgere il pubblico del Funaro nella sua storia, a tal punto da farlo sentire non uno spettatore, ma il protagonista di questo dialogo con Sergio.
Un momento di vita quotidiana, una donna che si muove tra le pareti della sua casa ricordando le cene a base di pesce dove, immancabili tra i commensali, c’erano la mamma di Sergio e la sua amica Giuliana da sempre donna adulta e saccente con la quale non c’era grande sintonia.
Per non parlare di quella volta in cui si recarono a casa dei loro amici per portargli un regalo, dopo due sere consecutive in cui non li avevano trovati in casa, la terza volta sarà la loro figlia a farli entrare in casa e, in una circostanza buffa, allo stesso tempo triste, e si accorgono che i loro amici si erano nascosti in camera per non vederli perché per loro erano “pallosi”.
Nel soggiorno della propria casa la Sarteanesi mentre si sofferma sulla descrizione dettagliata e accurata di alcune casette posizionate in tutta la casa come rimedio per le formiche, ricorda a Sergio come le sue manie spesso sono state le protagoniste dei suoi giorni, così come i suoi momenti di “assenza” le hanno sempre fatto porre numerosi quesiti ,ma nonostante tutto lei è sempre stata li ad aspettarlo, senza remore.
Sergio è il racconto di una vita qualsiasi, una voce sola, un monologo che sembra un dialogo, ma che in realtà è un colloquio con se stessi, il racconto di una donna che ad un certo punto della sua vita domanda e si domanda cosa gli è mancato di più.
Un bilancio che è un punto di partenza e allo stesso tempo un punto di arrivo, una storia che anche questa volta la Sarteanesi con il suo sguardo fiero e la sua ironia racconta in maniera egregia, lasciando il pubblico in un insieme di sensazioni che si alternano tra il ricordo di situazioni simili già vissute e riflessioni su quella che è inevitabilmente la vita di ognuno di noi


Testo di Felisia Toscano - Foto di Maria Di Pietro

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