Il pifferaio magico arriva al Funaro di Pistoia
Il pifferaio di Hamelin è il protagonista di una leggenda della cittadina tedesca, da cui prende il nome, trascritta nella raccolta “Saghe germaniche” dei fratelli Grimm racconta la storia di un artista che, allontana da Hamelin i topi che avevano trasformato la città in un posto deserto, dove tutti gli abitanti impauriti si erano rinchiusi nelle proprie case.
Il pifferaio magico, interpretato in maniera eccellente da Fabio Tinella, arriva sul piccolo palco de Il Funaro di Pistoia avvolto dalla luce con il suo carrettino “accalappia topi” tra gli sguardi incuriositi degli adulti e lo stupore dei bambini… pochi minuti e la storia che verrà raccontata riuscirà ad alternare momenti di gioia a tristezza, un’amara presa di coscienza, quella di una società sempre poco grata e cinica.
Il mistero che avvolge Hamelin per la scomparsa di 130 bambini a seguito della “visita” del pifferaio magico si evolve sul palcoscenico senza punti di riferimento, nessuno sa dove finisce la realtà e dove inizia la finzione… quello che è certo è che il suono estasiante del piffero riesce a far tornare in vita la città.
L’artista si propone al servizio di Hamelin e stringe un patto con gli abitanti, se riuscirà a liberare la città dai ratti riceverà una giusta ricompensa, ma gli adulti si sa, tendono spesso a dimenticare, a non mantenere le promesse… ed ecco che quando Hamelin torna alla vita, alla luce, il pifferaio viene denigrato, deriso e maltrattato dall’irriconoscenza degli adulti che, troppo facilmente hanno rimosso quello che avevano perso, dopo averlo ritrovato.
Il dispiacere dell’artista, lo stupore per quella irriconoscenza ingiustificata, la durezza con la quale nessuno, fatta eccezione dei bambini, riesce ad avvicinarsi al pifferaio e ad offrirgli quello che gli era dovuto, innesca un sentimento di tristezza che solo un suono melodioso può allontanare; quando Tinella raccoglie le sue cose pronto ad andare via si volta verso i più piccoli, è proprio in quel momento che i bambini lo seguono senza remore, dimostrando di essere disposti a non abbandonarlo ma, anzi, a supportarlo e ad accompagnarlo nel suo viaggio, il pubblico non può che interrogarsi su quale sia veramente la verità… ora come allora, come il rapimento dei più piccoli attraverso la musica non è un sottrarre, ma un invito alla libertà, alla possibilità di aprirsi all’altro e rispettarlo nel suo essere, qualunque esso sia.
La conclusione della performance teatrale è quasi una liberazione, come solo le persone pure e buone d’animo sanno fare, il pifferaio ormai lontano da Hamelin ha dimenticato l’ingiustizia subita e sul palco, insieme a grandi e piccini, si scatena in un ballo a ritmo di libertà e di gioia.
Testo Felisia Toscano
Foto Maria Di Pietro