Modigliani torna nella sua Livorno
Amedeo Modigliani nel centenario della sua morte torna a Livorno con una mostra straordinaria.
Nei quartieri di Montparnasse e di Montmartre Modigliani aveva stretto amicizia con Apollinaire, Guillaume, Derain, Utrillo e soprattutto con Soutine e la mostra organizzata nella città livornese ripercorrere le tracce pittoriche di questi artisti che animavano i quartieri parigini all’inizio del Novecento.
Soutine, in particolare, fu il suo compagno di miseria, per lui Modigliani era il modello ideale e nella mostra ospitata dal Museo della città è emozionante vedere la vicinanza dei loro dipinti, così come lo furono in vita, che conduce attraverso il percorso espositivo da lui a Modigliani.
Amedeo era prigioniero dell’alcol e delle droghe, sfidava ogni giorno la morte cercando nell’arte una via di fuga al suo tragico destino, il suo rivale di sempre fu Pablo Picasso che lo ammirava e lo odiava allo stesso tempo, la sua arte è stata la sua salvezza e anche la sua distruzione.
Gli artisti maledetti, squattrinati, erano coloro che popolavano i quartieri parigini e che allietavano gli occhi con la divulgazione dell’arte, quella fiamma che costantemente bruciava nelle loro anime per culminare nel tocco del pennello sulla tela.
All’interno della mostra solo di Modigliani è possibile ammirare ben 14 dipinti e 12 disegni raramente esposti al pubblico, ai quali si arriva tra la folla e l’emozione degli osservatori.
Molti degli artisti in esposizione sono legati a Jonas Netter che volle acquistare le loro opere percependo subito il grande valore della loro arte.
Le donne di Modigliani, i suoi “non-occhi”, i colori, i dettagli… sono un insieme di elementi imprescindibili dal suo tratto artistico, dalla sua riconoscibilità.
Modì, così fu soprannominato, entrò ben presto a far parte delle avanguardie, aveva una personalità impulsiva con scatti di rabbia tanto che una volta si picchiò con l’artista Utrillo per decidere chi dei due fosse il pittore migliore.
Altro protagonista importantissimo della sua vita è l’amore, tra tutte la sua relazione con Jeanne Hébuterne, ritratta in numerosissimi dipinti, all’inizio fu ostacolata dai genitori di lei, il loro fu un amore difficile, passionale anche se le condizioni di vita precarie in cui erano ridotti e lo stile di vita di Modigliani, ben presto lo condannarono alla tubercolosi che lo ridusse in fin di vita dopo le ultime ore di delirio accanto alla sua Jeanne.
Ventiquattro ore dopo, Jeanne, fedele fino alla fine nonostante la sua gravidanza al nono mese, si gettò da una finestra al 5 piano per non rimanere sola in una vita che senza il suo Amedeo forse non aveva senso vivere.
La mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse” è un viaggio nella vita e nelle opere dell’artista livornese che merita di essere fatto.
Il curatore Marc Restellini dichiara: “Qui a Livorno Amedeo Modigliani ha sviluppato la sua capacità creativa e lo spiritualismo ebraico e qui a Livorno mi auguro che la storia, e non solo il mercato, possano approfittare di questa meravigliosa opportunità per dargli la giusta posizione nella storia dell’arte occidentale.”
E’ stata organizzata dal Comune di Livorno insieme all’Istituto Restellini di Parigi con la Fondazione Livorno e sarà visitabile fino 16 febbraio 2020.
Felisia Toscano