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Fotografia minutera itinerante ai Musei Civici di Pistoia

date » 06-12-2024 23:54

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Dopo un primo anno di lavoro a contaminare con semi di poesia, con il desiderio di ripercorre e scovare storie che pongono l’attenzione sull’importanza della memoria, un ritorno ad una poetica della fotografia e alle tracce del tempo attraverso luoghi e volti umani, ci inorgoglisce condividere l’invito ricevuto dal Comune di Pistoia nei suoi splendidi Musei Civici.
La minutera sarà in dialogo tra le opere d’arte di un Museo per raccontare la poesia della luce e i volti che incontrerà.
Per il momento non aggiungiamo altro…


Italia, Toscana, Pistoia.
Domenica 𝟭𝟱 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 torna 𝗣𝗮𝗹𝗮𝘇𝘇𝗼 𝗔𝗽𝗲𝗿𝘁𝗼, un emozionante open day a Palazzo Comunale e Museo Civico d’arte antica dedicato alla fotografia, intitolato 𝙎𝙘𝙖𝙩𝙩𝙞 𝙖 𝙋𝙖𝙡𝙖𝙯𝙯𝙤.
Dalle 𝟵.𝟬𝟬 alle 𝟭𝟵.𝟬𝟬 saranno aperti e liberamente accessibili gli spazi monumentali del Palazzo con visite guidate gratuite, letture, laboratori, esecuzioni musicali, esposizioni, fino alla realizzazione di istantanee d’epoca, create attraverso l’uso di un’antica e affascinante tecnica fotografica.
Per la prima volta in Italia la Sala dell’Ottocento del Museo Civico ospiterà 𝙄𝙨𝙩𝙖𝙣𝙩𝙖𝙣𝙚𝙚 𝙙’𝙚𝙥𝙤𝙘𝙖 𝙖𝙡 𝙈𝙪𝙨𝙚𝙤, un laboratorio fotografico aperto al pubblico della fotografa Maria Di Pietro e della curatrice Felisia Toscano.
Dalle 𝟭𝟬.𝟬𝟬 alle 𝟭𝟯.𝟬𝟬 e dalle 𝟭𝟱.𝟬𝟬 alle 𝟭𝟵.𝟬𝟬 chi si prenota potrà vivere 𝘨𝘳𝘢𝘵𝘶𝘪𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 l’esperienza di un ritratto fotografico artigianale: un’opera d’arte unica realizzata con una camera oscura, attraverso affascinanti segreti e sapienti equilibri di luce, chimica e poesia.
𝙄𝙨𝙩𝙖𝙣𝙩𝙖𝙣𝙚𝙚 𝙙’𝙚𝙥𝙤𝙘𝙖 𝙖𝙡 𝙈𝙪𝙨𝙚𝙤 offre un’esperienza sensoriale unica e coinvolgente, in diretto dialogo con le opere d’arte esposte in sala, legata al concetto di presenza/tempo/memoria. Ogni istantanea prodotta sarà un pezzo unico realizzato a mano, numerato e firmato, donato gratuitamente alla persone ritratte.
Partecipazione con 𝗽𝗿𝗲𝗻𝗼𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗼𝗯𝗯𝗹𝗶𝗴𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 entro venerdì 13 dicembre, telefonando al numero verde di Pistoiainforma 800 012146 (lun-sab, 9.00-13.00).


Per maggiori info:
Istantanee d'epoca al Museo

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Fotografia Minutera itinerante alla Fondazione Alinari per la Fotografia

𝚅𝚒 𝚊𝚜𝚙𝚎𝚝𝚝𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝙵𝚘𝚗𝚍𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝙰𝚕𝚒𝚗𝚊𝚛𝚒 𝚙𝚎𝚛 𝚕𝚊 𝙵𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚊.

Ancor più, essendo le uniche, teniamo a sottolinearlo: “i fotografi e 𝗹𝗲 𝗳𝗼𝘁𝗼𝗴𝗿𝗮𝗳𝗲”

𝚀𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚊𝚋𝚋𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚒𝚗𝚒𝚣𝚒𝚊𝚝𝚘 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚙𝚛𝚘𝚐𝚎𝚝𝚝𝚘 𝚍𝚊𝚕 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚘 𝚒𝚜𝚝𝚊𝚗𝚝𝚎 𝚊𝚟𝚎𝚟𝚊𝚖𝚘 𝚋𝚎𝚗 𝚌𝚑𝚒𝚊𝚛𝚘 𝚒𝚕 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚛𝚘 𝚘𝚋𝚒𝚎𝚝𝚝𝚒𝚟𝚘, 𝚊𝚕𝚍𝚒𝚕𝚊̀ 𝚍𝚒 𝚞𝚗𝚊 𝚏𝚒𝚕𝚘𝚜𝚘𝚏𝚒𝚊 𝚍𝚒 𝚟𝚒𝚝𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚘𝚐𝚗𝚞𝚗𝚊 𝚍𝚒 𝚗𝚘𝚒 𝚌𝚊𝚖𝚖𝚒𝚗𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚒𝚗𝚜𝚒𝚎𝚖𝚎 𝚜𝚝𝚊𝚟𝚊 𝚊𝚋𝚋𝚛𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊𝚗𝚍𝚘, 𝚒𝚕 𝚌𝚞𝚘𝚛𝚎 𝚎 𝚕𝚊 𝚗𝚎𝚌𝚎𝚜𝚜𝚒𝚝𝚊̀ 𝚗𝚘𝚗 𝚎𝚛𝚊𝚗𝚘 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕𝚒 𝚍𝚒 𝚛𝚒𝚙𝚛𝚎𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚊𝚕𝚐𝚒𝚊 𝚕’𝚊𝚗𝚝𝚒𝚌𝚊 𝚙𝚛𝚊𝚝𝚒𝚌𝚊 𝚊𝚛𝚐𝚎𝚗𝚝𝚒𝚌𝚊, 𝚗𝚎́ 𝚍𝚒𝚖𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊𝚛𝚎 𝚋𝚛𝚊𝚟𝚞𝚛𝚊 𝚝𝚎𝚌𝚗𝚒𝚌𝚊 𝚘 𝚖𝚊𝚎𝚜𝚝𝚛𝚒𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚞𝚝𝚒𝚕𝚒𝚣𝚣𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚘 𝚜𝚝𝚛𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘. 𝚀𝚞𝚎𝚕𝚕𝚘 𝚍𝚊 𝚌𝚞𝚒 𝚜𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒𝚝𝚎, 𝚒𝚘 𝚌𝚘𝚗 𝚒𝚕 𝚖𝚒𝚘 𝚋𝚊𝚐𝚊𝚐𝚕𝚒𝚘 𝘧𝘰𝘵𝘰𝘨𝘳𝘢𝘧𝘪𝘤𝘰, 𝙵𝚎𝚕𝚒𝚜𝚒𝚊 𝚌𝚘𝚗 𝚒𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 , 𝚎̀ 𝚜𝚝𝚊𝚝𝚘 𝚒𝚕 𝚍𝚎𝚜𝚒𝚍𝚎𝚛𝚒𝚘 𝚍𝚒 𝚛𝚒𝚙𝚎𝚛𝚌𝚘𝚛𝚛𝚎𝚛𝚎 𝚎 𝚜𝚌𝚘𝚟𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚒𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚙𝚘𝚗𝚐𝚘𝚗𝚘 𝚕’𝚊𝚝𝚝𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚜𝚞𝚕𝚕’𝚒𝚖𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊𝚗𝚣𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚖𝚎𝚖𝚘𝚛𝚒𝚊, 𝚞𝚗 𝚛𝚒𝚝𝚘𝚛𝚗𝚘 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝙥𝙤𝙚𝙩𝙞𝙘𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙤𝙩𝙤𝙜𝙧𝙖𝙛𝙞𝙖 𝚎 𝚕𝚎 𝚝𝚛𝚊𝚌𝚌𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝚝𝚎𝚖𝚙𝚘 𝚊𝚝𝚝𝚛𝚊𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚕𝚞𝚘𝚐𝚑𝚒 𝚎 𝚟𝚘𝚕𝚝𝚒 𝚞𝚖𝚊𝚗𝚒.
𝚀𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚍𝚒𝚌𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚛𝚒𝚝𝚘𝚛𝚗𝚘 𝚒𝚗𝚝𝚎𝚗𝚍𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚛𝚒𝚙𝚛𝚎𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚗𝚞𝚘𝚟𝚘 𝚌𝚘𝚜𝚌𝚒𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚛𝚎𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚞𝚖𝚊𝚗𝚊, 𝚒𝚗𝚜𝚒𝚎𝚖𝚎 𝚊𝚒 𝚕𝚞𝚘𝚐𝚑𝚒, 𝚜𝚒 𝚎̀ 𝚜𝚖𝚊𝚛𝚛𝚒𝚝𝚊 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚟𝚎𝚕𝚘𝚌𝚒𝚝𝚊̀ 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚖𝚘𝚗𝚍𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚊 𝚏𝚞𝚛𝚒𝚊 𝚍𝚒 𝚐𝚞𝚊𝚛𝚍𝚊𝚛𝚎 𝚊𝚟𝚊𝚗𝚝𝚒 𝚎̀ 𝚒𝚐𝚗𝚊𝚛𝚘 𝚍𝚎𝚕 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚊𝚝𝚘 𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝚙𝚛𝚎𝚜𝚎𝚗𝚝𝚎. 𝙸𝚗𝚝𝚎𝚗𝚍𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚕𝚊 𝚌𝚛𝚎𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎/𝚙𝚛𝚘𝚍𝚞𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍’𝚒𝚖𝚖𝚊𝚐𝚒𝚗𝚒 𝚑𝚊 𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚗𝚜𝚎𝚐𝚞𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚏𝚊𝚝𝚝𝚘 𝚍𝚒𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒𝚌𝚊𝚛𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚕𝚊 𝚏𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚊 “𝚜𝚒 𝚝𝚘𝚌𝚌𝚊”, 𝚑𝚊 𝚞𝚗 𝚜𝚞𝚙𝚙𝚘𝚛𝚝𝚘 𝚖𝚊𝚝𝚎𝚛𝚒𝚌𝚘, 𝚟𝚊 𝚌𝚞𝚜𝚝𝚘𝚍𝚒𝚝𝚊 𝚒𝚗 𝚊𝚕𝚋𝚞𝚖 𝚍𝚒 𝚏𝚊𝚖𝚒𝚐𝚕𝚒𝚊, 𝚒𝚗 𝚕𝚒𝚋𝚛𝚒 𝚍’𝚊𝚛𝚝𝚒𝚜𝚝𝚊…

𝙰𝚋𝚋𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚟𝚒𝚜𝚜𝚞𝚝𝚘 𝚚𝚞𝚊𝚕𝚌𝚑𝚎 𝚖𝚎𝚜𝚎 𝚊 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒, 𝚙𝚎𝚛 𝚌𝚘𝚗𝚝𝚊𝚖𝚒𝚗𝚊𝚛𝚌𝚒 𝚎 𝚜𝚊𝚝𝚞𝚛𝚊𝚛𝚌𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚕𝚊̀ 𝚅𝚒𝚕𝚕𝚎 𝙻𝚞𝚖𝚒𝚎𝚛𝚎 𝚜𝚊 𝚏𝚊𝚛𝚎, 𝚊𝚋𝚋𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚛𝚘𝚟𝚒𝚜𝚝𝚊𝚝𝚘 𝚝𝚛𝚊 𝚟𝚎𝚌𝚌𝚑𝚒𝚎 𝚌𝚊𝚛𝚝𝚎 𝚍𝚎 𝚟𝚒𝚜𝚒𝚝𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝙱𝚘𝚞𝚚𝚞𝚒𝚗𝚒𝚜𝚝𝚎𝚜 𝚕𝚞𝚗𝚐𝚘 𝚕𝚊 𝚂𝚎𝚗𝚗𝚊, 𝚊𝚋𝚋𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚘𝚛𝚜𝚘 𝚌𝚑𝚒𝚕𝚘𝚖𝚎𝚝𝚛𝚒 𝚒𝚗 𝚊𝚞𝚝𝚘 𝚙𝚎𝚛 𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚎 𝚊𝚕𝚕’Atelier Malicot, 𝚛𝚎𝚜𝚙𝚒𝚛𝚊𝚛𝚎 𝚕𝚊 𝚖𝚊𝚐𝚒𝚊 𝚎 𝚕𝚊 𝚜𝚞𝚊 𝚕𝚞𝚌𝚎, 𝚒𝚗𝚌𝚘𝚗𝚝𝚛𝚊𝚛𝚎 𝚙𝚛𝚘𝚏𝚎𝚜𝚜𝚒𝚘𝚗𝚒𝚜𝚝𝚒 𝚎 𝚊𝚙𝚙𝚊𝚜𝚜𝚒𝚘𝚗𝚊𝚝𝚒, 𝚙𝚎𝚛 𝚙𝚘𝚒 𝚛𝚒𝚝𝚘𝚛𝚗𝚊𝚛𝚎 𝚒𝚗 𝙸𝚝𝚊𝚕𝚒𝚊 𝚎 𝚖𝚞𝚘𝚟𝚎𝚛𝚌𝚒 𝚝𝚛𝚊 𝚕𝚎 𝚌𝚒𝚝𝚝𝚊̀ 𝚍’𝚊𝚛𝚝𝚎, 𝚝𝚎𝚊𝚝𝚛𝚘 𝚍𝚒 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚍𝚊 𝚎 𝚖𝚎𝚛𝚌𝚊𝚝𝚒 𝚍𝚒 𝚊𝚗𝚝𝚒𝚚𝚞𝚊𝚛𝚒𝚊𝚝𝚘. 𝚄𝚗 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚘𝚛𝚜𝚘 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚊 𝚏𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚊 𝚎 𝚒𝚕 𝚟𝚒𝚊𝚐𝚐𝚒𝚘, 𝚌𝚘𝚗 𝚊𝚕 𝚌𝚎𝚗𝚝𝚛𝚘 𝚕𝚊 𝚏𝚒𝚐𝚞𝚛𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚍𝚘𝚗𝚗𝚊 𝚏𝚕𝚊𝚗𝚎𝚞𝚜𝚎... 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗𝚊 𝚜𝚌𝚊𝚝𝚘𝚕𝚊 𝚖𝚊𝚐𝚒𝚌𝚊 𝚍𝚒 𝚕𝚎𝚐𝚗𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚛𝚎𝚊𝚕𝚒𝚣𝚣𝚊 𝚏𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚎 𝚜𝚞 𝚌𝚊𝚛𝚝𝚊 𝚊𝚒 𝚜𝚊𝚕𝚒 𝚍'𝚊𝚛𝚐𝚎𝚗𝚝𝚘.

𝚌𝚘𝚖𝚞𝚗𝚒𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚞𝚏𝚏𝚒𝚌𝚒𝚊𝚕𝚎 𝚚𝚞𝚒: Fondazione Alinari per la Fotografia

Presentazione del progetto:

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Atelier Malicot - Festival

date » 27-02-2024 11:34

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Du 15 au 23 mars 2024, l'Atelier Malicot organise le premier festival de photographie de rue à la chambre.
Voici les photographes qui participeront à ce premier festival:
Maria Di Pietro et Félisia Toscano vivent à Pistoia en Italie. Elles travaillent en tandem sur divers projets principalement en argentique.
Stella Iannitto est vidéaste et s’intéresse depuis peu à la photographie ambulante.
Sandrine Lissac vit à Paris et pratique la chambre de rue en argentique.
Tiphaine Populu vit et travaille à Tours. Elle expérimente divers procédés anciens
comme le collodion humide mais également le paladium.
Raphaël Bariatti-Veillon est installé à Tourcoing où il pratique la chambre de rue,
et réalise également à la demande des chambres photographiques. Il nous présentera quelques unes de ses réalisations.
Thierry Chuzeville est installé à Fontaine Raoul dans le Loir-et-Cher.
Il explore la technique de l’ambrotype à l’aide d’une chambre 20*20 cm.
Francis Courtemanche vit en Loire Atlantique à Bouguenais. Il pratique une multitude
de procédés et viendra à Sablé expérimenter un dérivé du Polaroïd.
Jean-Michel Delage vit à Baugé-en-Anjou. Il navigue entre la chambre de rue et le collodion humide.
Fabien Hamm est installé à Paris où il pratique le collodion humide sous toutes ses formes
et s’intéresse également à une multitude de procédés anciens positifs ou négatifs.
Kevin Ingrez, alias Faleke vit en région parisienne à Montreuil. A l’aide d’une chambre de rue,
il réalise des portraits en argentique dans une démarche participative avec ses modèles.
Alain Paris est installé à Orveault en Loire Atlantique. Il pratique la photo ambulante et le collodion humide.
Jean Luc Sigel vit à Mayres en Auvergne. Il pratique le collodion humide avec des chambres allant du 69 cm au 1824 cm
Au cours de ce festival, nous accueillerons également les élèves de l’école de photo de Pruillé le Chétif.
Que vous soyez amateur, amatrice, professionnel.le ou si tout simplement la photographie vous intéresse, venez rencontrer les photographes invité.e.s au festival, venez les voir opérer, venez vous y faire photographier !
Ce sera pour vous l'occasion de découvrir d'impressionnantes chambres photographiques, d'assister à l'apparition de ces images argentiques, et aussi de visiter l'Atelier Malicot, le plus ancien atelier photographique de France qui soit encore fonctionnel, avec son mobilier et ses décors d'origine.
N'hésitez pas à nous contacter pour plus de renseignements, et nous vous donnons rendez-vous pour ces premières rencontres photographiques de Sablé sur Sarthe.
A bientôt!

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Fotografia Minutera Itinerante alla 107° Foire de Chatou

date » 10-10-2024 17:24

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"La pittoresca storia di questa manifestazione conferisce il colore e lo spirito a questa grande fiera dell'antiquariato.
La Fiera dei Prosciutti è nata spontaneamente nel Medioevo, probabilmente anche prima, poiché la Francia ha una lunga tradizione di salumi. Era la grande specialità gallica. Le mandrie di maiali gallici suscitavano l'ammirazione dei Romani che citavano con entusiasmo il prosciutto di Bayonne, i salumi della Cerdagna, della Franche-Comté... Fino al XIX secolo, il maiale fu l'alimento base dei cenoni di Natale: era il re della festa sia tra i contadini che tra i borghesi e i nobili. Nel corso del Medioevo, i salumieri di tutte le province presero l'abitudine di venire a Parigi durante la Settimana Santa per vendere le loro carni preparate. Si stabilirono dove c'erano più clienti, intorno a Notre-Dame, sicuri di avere come clienti affezionati coloro che assistevano alle funzioni religiose. I mercanti erano sempre più numerosi perché la professione di salumiere era libera. La libertà di circolazione concessa ai maiali fu soppressa dal re Luigi il Grosso, suo figlio Filippo avendo fatto una caduta da cavallo mortale causata da un maiale. Solo gli "antonini", appartenenti ai monaci di Sant'Antonio, furono ancora ammessi a circolare. Tutti gli altri venivano raccolti e dati all'Hôtel-Dieu per i malati. Nel 1451, si iniziò a regolamentare questa Fiera del Lardo e le carni scadute venivano gettate nella Senna. A partire dal 1500, divenne troppo importante per la sua posizione e, nel corso degli anni successivi, la Fiera si trasferì successivamente in rue des Prouvaires, Place de l'Hôtel de Ville, Place de la Morgue (oggi Place de la Concorde).
Nel 1789 e durante la Rivoluzione e il Terrore, la Fiera del Lardo scomparve.
Nel 1804, un decreto la fece rivivere con il nome di Fiera dei Prosciutti, tornò vicino a Notre-Dame e Place de la Cité.
Nel 1813, un'ordinanza la mandò al Quai de la Vallée (oggi Quai des Grands-Augustins); nel 1832, si trasferì in rue du Faubourg Saint-Martin al posto dell'antico magazzino dei foraggi. Infine, nel 1840, la Fiera si stabilizzò in boulevard Bourdon. Si unirono a essa numerosi venditori di oggetti usati, vecchi vestiti, vecchie ferraglie. Era nata la Fiera della Ferraglia e il suo destino fu da allora legato a quello della Fiera dei Prosciutti, che presto superò in importanza.
Nel 1869, un decreto della polizia trasferì i due mercati in boulevard Richard-Lenoir, che non avrebbero più dovuto lasciare per quasi un secolo, dalla domenica delle Palme alla domenica di Pasqua fino al 1940, poi dopo la guerra due volte l'anno, in primavera e in autunno. Sottostanti, i problemi di ubicazione, di accesso, di circolazione riemergono di nuovo. Si prese coscienza di una imminente mutazione. Il Sindacato Nazionale del Commercio dell'Antiquariato e dell'Usato presenterà numerosi progetti di trasferimento. Tutto fu rimandato."
Foire de Chatou

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Minutera itinerante a Tutti Matti per Colorno 2024

Minutera Itinerante alla Deriva è stata scelta tra più di 200 compagnie di artisti attraverso un bando pubblico per partecipare alla Scena OFF di Tutti Matti per Colorno 2024.

Ritratti ai sali d'argento
di Maria Di Pietro e Felisia Toscano


In un vivere continuo di immagini che si susseguono, spesso futili e fuggevoli nell’astratto di archivi che si smaterializzano, avere tra le mani una fotografia è come avere una certezza meno fragile. La fotografia minutera è un modo per creare un punto fermo nella vita delle persone. Non sei tu a cercare, a chiedere, è l’altro che viene verso di te, si ferma e posa. Quel che accade con la fotografia di strada accade nell’ora, adesso, si depongono le energie della corsa, del frenetico e del fuggevole senza ascolto, a prendere forma l’esserci in questo momento in connessione con sé stessi. La fotografia come arte per conoscere se stesso e l'altro.

"I nostri ritratti vengono realizzati al momento in una piccola scatola di legno che è la nostra macchina fotografica istantanea itinerante. Attraverso l’obiettivo la luce va ad imprimere la fotografia su una carta ai sali d’argento, nel momento stesso in cui nasce la stampa da quella scatola magica si afferma la propria esistenza, la necessità, il bisogno di svelarla al mondo. Il fascino, il mistero, misterioso seppur svelato, sembra quasi una magia realizzata da un artista del gioco, quelli di magia, funamboli, sognatori e sognatrici… una mano si muove all’interno della scatola, e ad uscirne è una fotografia, unica e irripetibile.”

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Napoli si trasforma nel paese delle meraviglie

La città di Napoli, con il suo cuore pulsante e la sua anima romantica, ospita fino al 17 novembre un’esperienza unica e indimenticabile: “This is Wonderland – Alice”. Un viaggio sensoriale che ha trasformato la realtà in una fiaba, catapultando grandi e piccini nel magico mondo di Alice. Il percorso, un labirinto di luci e colori, si snoda attraverso un’area di oltre 40.000 metri quadrati, trasformata in un vero e proprio Paese delle Meraviglie. Ogni angolo una sorpresa: un bosco incantato dove i funghi giganti sembrano sussurrare segreti, uno specchio infinito che riflette un mondo parallelo, un giardino fiorito dove il tempo sembra fermarsi. Le installazioni luminose, create da artisti di fama internazionale, sono un tripudio di forme e colori. Le proiezioni sui muri e sugli alberi creano atmosfere surreali, mentre le sculture luminose sembrano prendere vita al tocco di una bacchetta magica. Uno dei momenti più suggestivi è l’incontro con i personaggi della fiaba. Il Cappellaio Matto, con la sua eterna domanda “Sei matto?”, il Bianconiglio, sempre di corsa, li ha invitati a seguire il tempo che fugge. La Regina di Cuori, con la sua aria altezzosa… e poi, naturalmente, Alice, la protagonista di questa avventura che non abbiamo mai incontrato, ma presente nel cuore di ogni visitatore.
“This is Wonderland – Alice” non è solo una mostra, è un’esperienza immersiva, i visitatori hanno l’opportunità di riscoprire la propria immaginazione e di lasciarsi trasportare dalla magia, non in ultimo di assistere anche ad un bellissimo spettacolo dal vivo. La colonna sonora originale, composta appositamente per l’evento, fa da sottofondo a tutto il percorso, creando un’atmosfera incantata e sognante. Ogni nota musicale è un invito a lasciarsi andare e a sognare ad occhi aperti. “This is Wonderland – Alice” è un’esperienza unica, un’occasione per evadere dalla realtà e immergersi in un mondo fatto di fantasia e meraviglia. Napoli, con la sua anima passionale e la sua capacità di sorprendere, fa da cornice perfetta a questo evento indimenticabile.
E non è finita qui, da dicembre Alice si immergerà nell’atmosfera natalizia creando un mondo ancora più magico tra elfi e folletti… e noi non vediamo l’ora di raccontarvelo.


Testo di Felisia Toscano
Foto di Maria Di Pietro

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Viaggio in Italia: un'icona della fotografia italiana

La mostra Viaggio in Italia, attualmente in corso presso l’Istituto italiano di Cultura di Parigi, rappresenta un momento di fondamentale riflessione sul ruolo della fotografia nel definire l’identità di un paese. Nato nel 1984 dall’intuizione di Luigi Ghirri, questo progetto fotografico ha segnato un punto di svolta nella storia della fotografia italiana, offrendo una visione inedita e personalissima del Bel Paese. Lontano dai cliché del turismo di massa, Viaggio in Italia ci invita a scoprire un’Italia autentica, fatta di dettagli quotidiani, paesaggi dimenticati e architetture popolari. Gli scatti di maestri come Ghirri, Leone e Velati catturano l’essenza più intima del territorio, rivelando una complessità e una ricchezza inaspettate.
Gli autori non si limitano a ritrarre paesaggi maestosi, ma inquadrano dettagli apparentemente insignificanti, come un muro scrostato, un oggetto abbandonato, un’insegna arrugginita. La natura è un elemento ricorrente nelle fotografie di Viaggio in Italia. Tuttavia, non si tratta di una natura idealizzata, ma di un paesaggio vissuto, segnato dall’azione dell’uomo. Gli scatti mostrano questo continuo dialogo, creando un equilibrio delicato e complesso. Quarant’anni dopo la sua realizzazione, Viaggio in Italia continua a esercitare un fascino straordinario. Questo progetto fotografico ha influenzato generazioni di fotografi italiani, ispirandoli a indagare la realtà con uno sguardo più attento e critico. Rappresenta un punto di riferimento fondamentale dimostrando che è possibile raccontare un territorio in modo originale e personale, senza ricorrere ai soliti stereotipi. L’opera di Ghirri e dei suoi compagni di viaggio è entrata a far parte del patrimonio culturale italiano, contribuendo a diffondere l’immagine di un paese ricco di storia, arte e bellezza. Non è solo un viaggio geografico, ma anche un viaggio interiore. Le fotografie ci invitano a riflettere sulla nostra identità, sui nostri ricordi e sul nostro rapporto con il mondo che ci circonda.
L’esposizione parigina rappresenta un’occasione unica per riscoprire questo capolavoro della fotografia italiana. La scelta di presentare la mostra in una delle capitali mondiali dell’arte conferma l’importanza internazionale di Viaggio in Italia. La mostra contribuisce a promuovere la cultura italiana all’estero, offrendo al pubblico francese e internazionale una visione originale e affascinante del nostro paese. L’esposizione a Parigi, a distanza di quarant’anni dalla sua realizzazione, invita a riflettere sull’attualità di questo progetto e sulle sue possibili evoluzioni. Viaggio in Italia è molto più di una semplice mostra fotografica, è un invito a guardare al mondo con occhi nuovi, a scoprire la bellezza nascosta nelle cose semplici e a valorizzare il nostro patrimonio culturale.


Testo di Felisia Toscano
Foto di Maria Di Pietro

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Paris Photo 2024: visioni fotografiche e un'immersione nella storia del medium

Il Grand Palais in tutta la sua magnificenza ha ospitato il Paris Photo 2024 consacrando Parigi come capitale indiscussa della fotografia, un evento straordinario e coinvolgente per appassionati, collezionisti e critici. La fiera ha dimostrato come la fotografia, ben oltre la semplice riproduzione della realtà, sia divenuta un linguaggio complesso e articolato, capace di esprimere una vasta gamma di emozioni, idee e visioni del mondo. Le opere esposte, dalla fotografia analogica più tradizionale alle sperimentazioni più radicali del digitale, hanno offerto un panorama completo delle infinite possibilità espressive del medium. Il centenario del Surrealismo ha fornito un'occasione unica per riflettere sul ruolo della fotografia nell'avanguardia storica. Il percorso curato da Jim Jarmusch ha invitato il pubblico ad un viaggio nel tempo, alla scoperta di opere che hanno segnato la storia dell'arte fotografica. Allo stesso tempo, le sezioni dedicate ai giovani artisti e alle nuove tendenze hanno offerto uno sguardo al futuro, anticipando le evoluzioni del linguaggio fotografico. La presenza di numerose gallerie emergenti e di progetti curatoriali innovativi hanno confermato il ruolo di Parigi come laboratorio di nuove estetiche. La città, da sempre crocevia di culture e di idee, continua a stimolare la creatività degli artisti e ad offrire un terreno fertile per la sperimentazione. La sezione dedicata ai libri fotografici ha sottolineato l'importanza di questo formato nel definire l'identità di un'opera d'arte. Il libro fotografico, infatti, non è solo un contenitore di immagini, ma un oggetto estetico a sé stante, in cui la scelta delle fotografie, la sequenza narrativa e il design grafico contribuiscono a creare un'esperienza visiva unica.
Paris Photo come ogni anno, ha offerto una panoramica stimolante e coinvolgente del mondo della fotografia contemporanea. La fiera ha dimostrato che questo medium, lungi dall'essere superato, è più vivo che mai e continua a suscitare l'interesse di un pubblico sempre più vasto. In un'epoca dominata dalle immagini, la fotografia si conferma come uno strumento indispensabile per comprendere la complessità del mondo contemporaneo e per dare forma alla nostra immaginazione.


Testo e foto di Felisia Toscano

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A Palazzo Blu, nelle incantevoli opere del grande maestro Hokusai

A Pisa, attraverso le sale di Palazzo Blu, nasce un ponte verso il Sol Levante con la mostra Hokusai, un’esposizione che promette di incantare gli appassionati d’arte: una retrospettiva dedicata al genio indiscusso dell’ukiyo-e, Hokusai.
L’artista giapponese, con la sua maestria ineguagliabile, ci conduce in un viaggio attraverso un mondo di delicate sfumature e di vibranti contrasti. Le sue xilografie, vere e proprie gemme dell’arte orientale, ci rivelano un universo poetico dove la natura si fonde con la spiritualità, dando vita a paesaggi di una bellezza struggente.
La mostra ci permette di ammirare l’evoluzione stilistica di Hokusai, dalla giovinezza, quando il suo tratto era ancora timido e incerto, fino alle opere mature. Le celeberrime “Trentasei vedute del monte Fuji”, con la loro iconicità, sono solo una delle tante tappe di questo affascinante percorso.
Ma Hokusai non è solo il maestro delle vedute. Il percorso espositivo ci guida attraverso opere che ci rivelano anche un artista eclettico, capace di spaziare dalla rappresentazione della natura alla ritrattistica, dalla figura femminile ai soggetti mitologici. Ogni opera è un inno alla vita, un invito a contemplare la bellezza del mondo che ci circonda.
Il tratto di Hokusai, raffinato e allo stesso tempo potente, è in grado di trasmettere emozioni profonde e intense. Le sue linee, ora morbide e sinuose, ora nette e decise, sembrano danzare sulla carta, creando un ritmo visivo che coinvolge lo spettatore.
Anche questa volta a Palazzo Blu c’è la possibilità di immergersi nell’universo artistico di uno dei più grandi maestri giapponesi.


Testo di Felisia Toscano
Foto di Maria Di Pietro

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Helen Frankenthaler in mostra a Palazzo Strozzi

La retrospettiva dedicata a Helen Frankenthaler, “Dipingere senza regole” di Palazzo Strozzi, è un’esperienza visiva incredibile. L’artista americana, pioniera del Color Field Painting, ci immerge in un universo cromatico di straordinaria intensità, dove il colore si libera dalle forme e si espande sulla tela con una libertà quasi sconcertante.
Le opere di Frankenthaler sono un inno alla spontaneità e all’intuizione. La pittrice, con la sua tecnica innovativa del “soak-stain”, ovvero l’assorbimento del colore direttamente sulla tela non tesa, crea superfici morbide e cangianti, simili a nuvole sospese o a paesaggi interiori. I colori, accostati con maestria, vibrano di una luce propria, creando atmosfere ora serene e meditative, ora cariche di energia.
La mostra ci permette di seguire l’evoluzione artistica di Frankenthaler, dalle prime opere influenzate dall’Espressionismo astratto fino alle sperimentazioni più mature. Ogni quadro è un piccolo universo, un invito a perdersi in un labirinto di sensazioni ed emozioni.
Ciò che rende questa retrospettiva davvero speciale è la capacità di Frankenthaler di creare un dialogo tra forma e colore. Le sue opere non sono semplici sfumature di colore, ma vere e proprie composizioni, dove ogni pennellata è studiata con cura. La pittrice, infatti, non si limita a dipingere, ma costruisce delle vere e proprie architetture pittoriche, dove lo spazio si dilata e si contrae, dando vita a un’esperienza visiva coinvolgente e multidimensionale.
L’artista americana ci dimostra che la pittura può essere ancora uno strumento capace di esprimere le emozioni più profonde, per interrogarsi sulla natura stessa della realtà.
La mostra è visitabile fino al 26 gennaio 2025 nei consueti orari di apertura di Palazzo Strozzi.


Testo di Felisia Toscano
Foto di Maria Di Pietro

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