Picasso a Palazzo Te: un dialogo tra genio, mito e rock
Mantova, città dei Gonzaga e delle arti, ha aperto le porte di Palazzo Te ad un incontro straordinario: l’arte di Pablo Picasso dialoga con gli affreschi rinascimentali di Giulio Romano, in una mostra che trascende i confini del tempo e dello spazio. “Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza” è un viaggio nell’anima dell’artista spagnolo, un’immersione in un universo creativo che trova nella poesia e nella letteratura un rifugio e una fonte inesauribile di ispirazione. Le sale affrescate di Palazzo Te, con le loro figure mitologiche e le loro prospettive audaci, creano un palcoscenico ideale per ospitare le opere di Picasso. Le linee essenziali e le forme semplificate delle sue sculture e dei suoi dipinti entrano in un dialogo inaspettato con la monumentalità del Rinascimento, generando un’alchimia unica tra passato e presente. Come scrive la curatrice Annie Cohen-Solal, “Picasso a Palazzo Te non è solo una mostra, ma un’esperienza sensoriale che invita il visitatore a riflettere sulla natura dell’arte e sulla sua capacità di trasmettere emozioni e idee”.
La mostra ha avuto un’ospite d’eccezione: Patti Smith, la poetessa del rock, ha inaugurato l’esposizione nel giorno del suo concerto a Mantova. La rockstar americana, da sempre ammiratrice di Picasso, ha sottolineato il profondo legame che unisce l’artista spagnolo alla sua generazione. “Picasso ha aperto le porte a una nuova visione dell’arte”, ha dichiarato Patti Smith, “e la sua influenza si sente ancora oggi nella musica, nella letteratura e in tutte le forme di espressione creativa”. La mostra esplora il tema della poesia come fonte di ispirazione e di salvezza. Picasso, come molti artisti del suo tempo, ha trovato nella poesia un rifugio dalle turbolenze del mondo e un modo per esprimere la propria complessità interiore. Le sue opere, cariche di riferimenti letterari, ci invitano a leggere tra le righe, a scoprire i significati nascosti dietro le forme e i colori. Visitare la mostra “Picasso a Palazzo Te” è un’esperienza che va oltre la semplice contemplazione delle opere d’arte. È un viaggio nel tempo e nello spazio, un confronto tra culture e generazioni, una chiave di lettura del legame profondo tra Picasso e la poesia, che ci mostra un lato più intimo e profondo dell’artista, allo stesso tempo consacra la sua influenza sulla cultura contemporanea, testimoniata dalla presenza di Patti Smith. L’incontro tra il genio di Picasso e la bellezza di Palazzo Te è un evento che vale la pena di vedere.
Testo e foto di Felisia Toscano

Patti Smith a Mantova: poesia e salvezza
Un concerto che ha travalicato i confini della musica, trasformandosi in un vero e proprio atto di speranza, di riflessione sull’arte e di libertà. Patti Smith, la sacerdotessa del rock, ha incantato il pubblico mantovano con un’esibizione che ha toccato le corde più profonde dell’anima. La scaletta, un viaggio attraverso la sua lunga carriera, ha offerto un mix perfetto di brani storici e gemme meno conosciute. L’apertura con “Ghost” ha subito creato un’atmosfera sospesa e malinconica, mentre “Summer Cannibals” ha infuso un’energia primitiva e vitale che ha subito trascinato il pubblico ad un abbraccio circolare pieno di passione. Ma è stato durante l’esecuzione di brani come “Redondo” e “Black Coat” che l’emozione ha raggiunto il culmine. Dedicati rispettivamente a Fred “Sonic” Smith e a Arthur Rimbaud, questi brani hanno rivelato l’anima più intima e profonda dell’artista. I suoi occhi chiusi, le mani che danzavano lievi a disegnare musica e vita. Un tocco particolarmente emozionante è stato l’omaggio a due figure iconiche: Pier Paolo Pasolini e Kurt Cobain. Con la sua voce graffiante, Patti Smith ha interpretato una poesia di Pasolini, trasformandola in un canto intenso e struggente. A Cobain, invece, ha dedicato una versione intensa e personale di uno dei suoi brani più celebri, sottolineando l’importanza della sua eredità musicale. Non poteva mancare un appello alla pace, la stessa che si invocava in passato, che ancora oggi si ha necessità di implorare… Patti Smith ha colto l’occasione per lanciare un messaggio forte e chiaro contro la violenza e le guerre che affliggono il mondo. Attraverso le sue canzoni e le sue parole,ha invitato il pubblico a riflettere sul valore della pace, dell’amore e della solidarietà, senza banalità, ma un sentire ad occhi chiusi vibrando sulla pelle di ognuno. “Utilizziamo il Potere per creare un mondo migliore”. Le ultime canzoni, “Dancing”, “Poem Peaceable”, “Pissing Teen Sarit” e la conclusiva “People”, sono state un inno alla vita, alla libertà e alla speranza. Un invito a non perdere mai la fiducia nel futuro e a continuare a lottare per un mondo più giusto e equo. La sacerdotessa del rock, ha incantato tutti e tutte, con un concerto che ha trovato la sua naturale cornice nell’inaugurazione della mostra “Picasso: Poesia e Salvezza”. La scelta di far coincidere il concerto di Patti Smith con l’apertura della mostra dedicata a Picasso non è stata casuale. Entrambi gli artisti, pur appartenendo a generazioni e a linguaggi espressivi diversi, condividono una profonda passione per la poesia, la libertà creativa e la ricerca di un senso più profondo dell’esistenza. La sua eredità artistica continua a ispirare nuove generazioni di musicisti e poeti. La sua voce, rauca e graffiata, è un invito a non conformarsi, a seguire i propri sogni e a lottare per ciò in cui si crede. In un mondo sempre più complesso e frammentato, la musica di Patti Smith rappresenta un faro di luce, un invito a ritrovare la nostra umanità e a costruire un futuro migliore per tutti. La sua musica, come l’arte di Picasso, rappresentano un messaggio di speranza e di unità. Entrambi gli artisti, attraverso le loro opere, ci invitano a guardare oltre le apparenze, a cercare la bellezza nelle cose semplici e a credere in un futuro migliore. Il concerto di Mantova è stato un’esperienza indimenticabile, un momento in cui la musica e l’arte si sono fuse in un abbraccio perfetto, dando vita ad un’emozione che rimarrà per sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di esserci.
Noi eravamo lì, e come per magia, siamo ancora travolte da ogni vibrazione della sua voce.
Testo e foto Maria Di Pietro e Felisia Toscano
![1_copertina_768x1024.jpg]()
![4.jpg]()
![5.jpg]()
Elisa chiude la 41esima edizione del Pistoia Blues in grande stile
Come spesso accade, l’attesa rende tutto più bello.
E’ stato così anche per il concerto di Elisa, data recuperata ieri in Piazza del Duomo a Pistoia, dopo l’annullamento a luglio a causa di motivi di salute dell’artista.
Quest'appuntamento settembrino, nell’ambito del Pistoia Blues, è stato per la città quasi un saluto all’estate con un’energia e una performance di alto livello.
Elisa sale sul palco in pantaloni e giacca nera con i suoi capelli liberi che durante lo spettacolo animeranno il concerto insieme alla sua incredibile presenza scenica.
Inizia lo spettacolo e subito si ritrova a fare i conti, al secondo pezzo, con un serio problema tecnico all’impianto audio ma, in pochi secondi è stata capace di sdrammatizzare l’accaduto e far sorridere il pubblico mentre, tutti insieme si sperava di dare l’avvio a questa serata tanto attesa.
Finalmente ci siamo, Elisa comincia a cantare i successi del suo ultimo album da Seta a Tempo perso, per poi passare a Let me e, tra gli applausi e il clamore, Silent Song, il suo ultimo inedito.
Il suo concerto alterna momenti di altissima musica come l’esecuzione di Hallelujah di Cohen a spunti di riflessioni su quello che sta accadendo al mondo e su come ognuno di noi può fare la sua parte, da sempre, infatti, l’artista è nota per il suo impegno nell’ecosostenibilità e anche il suo tour è stato caratterizzato da scelte volte quanto più possibile al rispetto dell’ambiente; non a caso il titolo del suo album “Ritorno al Futuro” vuole proprio essere un punto di inizio, un impegno per cercare, insieme, di tutelare e salvaguardare il più possibile il nostro pianeta ricordandoci che non possediamo la Terra, ma che semplicemente la abitiamo.
Piazza Duomo si scatena quando Elisa ripercorre i suoi grandi successi da Luce, Eppure Sentire a Gli ostacoli del cuore per poi concludere con un messaggio di speranza che affida ad un brano firmato da Luciano Ligabue, A modo tuo.
Si spengono le luci, Elisa scende dal palco e il pubblico estasiato, dopo una serata incredibile all’insegna della vera musica, lascia una delle piazze più belle d’Italia.
Testo di Felisia Toscano
Foto di Maria Di Pietro
Giornata internazionale del Jazz con Franco Baggiani
Nato agli inizi del XX secolo come trasformazione di quelle che erano le prime forme musicali degli schiavi afroamericani, il jazz da canzone “di lavoro” si trasforma ben presto in un genere di grande successo portando alla luce le sue due forme principali: il blues e la canzone.
Arriverà a Chicago con Louis Armstrong e in seguito nel resto del mondo riscuotendo un grande successo; successivamente si sono sviluppati altri stili e generi come lo swing, il bebop, il cool funk e l’hip hop.
“Se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai.” L. Armstrong
Nella giornata internazionale del Jazz, il 30 aprile, un grande artista Franco Baggiani, con la sua tromba, guida dell’Oramba Quartet ha allietato tutti gli appassionati con un concerto streaming sulla pagina Facebook della scuola di musica Sound (www.facebook.com/scuolemusicasound). Accanto a Baggiani, Giacomo Downie al sax baritono, Giovanni Cifariello alla chitarra e Marco Cattarossi al basso.
Per chi si fosse perso la diretta il concerto è registrato e si può ascoltare sulla pagina facebook di “scuolemusicasound”.
“Virtuoso e sperimentatore della tromba, Franco Baggiani ha all’attivo progetti musicali molto eterogenei, dalla big band Sound Orkestra agli Urbanfunk, fino a proposte fuori dai confini del mainstream come Santur, disegno musicale multietnico dedito alla contaminazione tra generi. L’ultimo album “Appunti sul ‘900” è uscito lo scorso febbraio per Sound Record, etichetta fondata dallo stesso Baggiani.”
Felisia Toscano
Rock Contest 2020: al via il primo contest in diretta web
Ore 10,45 conferenza stampa per la presentazione della 32 edizione del rock contest che quest’anno, come tante cose purtroppo, ha una veste tutta “nuova”.
Alla presenza di Bernard Dika, consigliere del Presidente della Regione Toscana per le Politiche
Giovanili e l’Innovazione, Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Marco Imponente, Direttore generale di Controradio e, Giuseppe Barone Direttore artistico del Rock Contest sono state illustrate le nuove e, oserei dire, innovative, modalità dell’edizione 2020.
L’edizione 2020 del concorso nazionale per gruppi emergenti è stata rinominata “computer age edition” poiché le candidature e quindi il proprio talento poteva pervenire solo attraverso il web a causa delle limitazioni e delle restrizioni dovute al momento storico che stiamo vivendo.
E forse, proprio grazie alla pandemia, che il numero di artisti che si è iscritto è stato veramente superiore alle aspettative, si è percepita tantissimo la voglia di esibirsi, di fare musica… e visto che il primo “palco” ovvero quello delle serate dal vivo non era possibile, gli artisti si sono catapultati in questa nuova dimensione, dove non solo hanno dovuto presentare il proprio lavoro ma, si sono dovuti cimentare anche nella realizzazione dei prodotti multimediali.
30 sono state le band selezionate per partecipare al contest questa volta esclusivamente on-line: Aida, Allen, Atlas Palace, Anders, Bob and the Apple, Caterina, Damico, Djstivo, Elise Duchemin, Filtermat, Gaube, Gionata, Hurricane, Jester Society, Labissodeigiorniavenire, Malva, Momi, Nuvola, PNG, Prophectical, Quiet Pig, Rooms by the Sea, Rugo, Souvlaki, Stramare, The Mushrooms, Tuesday’s Cokroaches, Underlou, Washita.
La nuova formula inizierà lunedì 9 novembre alle 21 e si concluderà il 28 dicembre, in ogni puntata visibile sulla piattaforma EDO (eventi digitali online), ci saranno 6 band che si sfideranno e solo una riuscirà ad aggiudicarsi la finale dopo il parere della giuria specializzata e del pubblico che potrà votare sul web.
Marco Imponente Direttore generale di Controradio afferma: “con l’on-line superiamo i muri, riuscendo a raggiungere migliaia di persone in tutta Italia cosa molto complicata da fare con un semplice concerto”.
Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze interviene: “sto per presentare una delibera per invitare tutti gli operatori culturali della città a non demordere, a proporre ed intraprendere iniziative on-line, a trovare idee e a raccontare momenti musicali, teatrali nella rete proprio come avverrà per il Rock Contest.”
Noi vi suggeriamo di sintonizzarvi lunedì 9 novembre alle 21 per la prima puntata e di provare ad immergersi in questa nuova realtà facendosi allietare la serata da performance di artisti emergenti ma, senz’altro, di talento.
Si potrà seguire la selezione dalle ore 21 sulle pagine Facebook del Rock Contest, di Controradio, di Rockit e di Giovanisì – Regione Toscana. E ancora, sui siti rockcontest.it e controradio.it, sul canale Youtube Controradio crossmedia, sui profili InstagramTV Rock Contest e Controradio.
Felisia Toscano
Strateco: un San Giovanni speciale a Palazzo Vecchio
E’ il primo evento dopo il lockdown per la città di Firenze e accade in un giorno davvero speciale, il 24 giugno.
Tutta la città, così come tutto il Paese deve fa i conti con un equilibrio precario, una vita che sembra aver perso la tradizione, quest’anno infatti a Firenze niente fochi, restrizioni a causa del covid-19.
Ma, tutto è possibile con le giuste precauzioni e la voglia di fare che da sempre il capoluogo fiorentino mostra di avere.
Salone dei cinquecento, ingresso possibile solo a 200 persone, una serata che sa di magia: Strateco 2020, l’evento sulle strategie e tecniche di comunicazione, ideato da Benedetto Gerbasio arriva alla sua settima edizione.
Proprio Gerbasio, prima di aprire ufficialmente la serata, legge “Parole nuove” di Gianni Rodari.
Io conosco un signore
che inventa parole nuove.
Per esempio ha inventato
lo “spennello”,
che serve per disfare un quadro se non è bello.
Ha inventato l’”anticappello”
(per le persone che
non sentono freddo alla testa);
lo “stemporale” e la “tempesta”,
che fanno tornare subito il sole,
e molte altre parole
di grande utilità
in campagna ed in città.
Ora ha in mente di inventare
il verbo “slitigare”,
per dividere i tipi letichini
e trasformare i nemici
in buoni vicini.
Finora quel verbo
gli è venuto maluccio, non funziona.
Ma lui non si sgomenta,
ogni giorno ritenta
e prima o poi di certo troverà
la parola per mettere d’accordo
tutta l’umanità.
Applausi ed entra il primo ospite: Niccolò Fabi.
Niccolo’ Fabi
È strano ritrovarsi in un posto senza persone amiche o parenti” è questo il primo commento del cantautore mentre osserva il pubblico.
Pochi istanti e Gerbasio parte subito con la domanda che da il titolo a quest’intervista-scambio: “Niccolò sei più verso la tradizione o il tradimento?”
“È un eterno conflitto per me. Il nuovo può essere estremamente stimolante ma, la capacità di apprezzare l’antico ha un’importanza inaudita. Il valore del mio ultimo disco è dovuto al fatto che credo sia la cosa più bella che ho fatto, forse perché l’ho fatto da solo, forse perché l’ho fatto nella mia casa di campagna… o forse semplicemente perché è nato quando ho ammesso il fallimento di non riuscire a fare questo progetto e poi… ci sono riuscito.”
“L’umanità sta vivendo un momento delicato e la sensazione di insicurezza è condivisa da tutti, stiamo vivendo un evento straordinario. L’arte è stata una grandissima compagnia in questo periodo, una protezione che ci ha rassicurati” afferma l’artista.
L’intervista si conclude con una meravigliosa interpretazione, chitarra in mano, di Una somma di piccole cose e il pubblico si emoziona.
Il secondo ospite della serata è Diodato.
Diodato
Inevitabile la riflessione degli artisti che si ritrovano dopo mesi dinanzi ad un pubblico.
“È la prima volta da mesi che non sono davanti ad un pubblico in carne ed ossa, sono felice” afferma.
Tommaso Sacchi, Assessore alla cultura della città di Firenze, prova a chiedere come ha vissuto questi mesi di lockdown.
“Per alcuni è stato un periodo anche doloroso ma, io mi ritengo molto fortunato poiché sono riuscito a rimanere a casa in attesa che le cose migliorassero. Non sono molto bravo con i social ma in questo periodo ho sentito l’esigenza, forse come tutti, di tenere un filo di connessione.
Ho persino viaggiato durante il lockdown, quando sono stato ospite a Propaganda, è stata un’esperienza surreale e ogni volta che andavo a fare la spesa mi rendevo conto di cosa stava accadendo.
Il dialogo conclude con due immancabili brani dell’artista: Fai rumore, brano con il quale è stato decretato vincitore di Sanremo 2020 e Un’altra estate.
La serata prosegue ed ecco che sul palco arriva Dario Nardella, Sindaco di Firenze, che intervista Pierfrancesco Favino.
Favino e Nardella
Favino mostra subito il suo legame speciale con la città fiorentina, dove è anche direttore artistico della Scuola L’Oltrarno.
A tal proposito afferma “ho capito due cose importanti in questo periodo: il futuro ha bisogno di gioventù e di competenza e questo rafforza quello che faccio tutti i giorni qui a scuola. Imparare è qualcosa che non finisce mai.”
Nardella va subito al dunque “ Quale sarà il linguaggio di domani? Noi come italiani cosa possiamo ancora dare al mondo?”
“Se spegnete le luci e guardate in alto, credo che non c’è un altro posto al mondo come questo salone” e il pubblico si scioglie in un applauso commosso.
“I nostri ragazzi si devono sentire fieri di appartenere ad una cultura straordinaria. Firenze è un esempio di qualcosa molto raro a livello di sistema culturale. Dobbiamo costruire la bellezza dell’oggi, dobbiamo dare vita ad un nuovo rinascimento.”
Tra sorrisi e commozione ecco che si arriva all’ultimo ospite di questa serata “particolare”, il concerto dell’artista fiorentina Irene Grandi.
Irene Grandi
Un’artista emozionata che in collegamento con Torino e Milano, su Rai Premium, chiude i festeggiamenti di questo San Giovanni che rimarrà nella storia e lo fa con alcuni dei brani più belli della sua carriera discografica: Prima di partire per un lungo viaggio, finalmente io, devi volerti bene, un vento senza, alle porte del sogno, bruci la città… e infine, con la voglia di continuare a stare su quel palco, di cantare per il pubblico, si esibisce nell’ultimo brano, se mi vuoi.
Questa notte di San Giovanni non è come le altre, la ricorderemo per tutta la vita, emozione compresa.
Testo di Felisia Toscano - Foto di Maria Di Pietro
Alanis Morissette inaugura il Pistoia Blues
La lunga fila di persone lungo via Roma faceva presagire che i numeri sarebbero stati importanti e, infatti, ben 4.500 persone hanno partecipato al concerto di apertura del Pistoia Blues con Alanis Morissette.
Un’anteprima importante che ha riportato sul palco la cantante canadese, dopo sei anni di assenza, in una delle tre tappe del suo tour in Italia. Puntualissima, qualche minuto dopo le 21.30 è entrata in scena con la sua armonica e ha cominciato a riempiere la piazza con la sua voce e la sua energia. La sua chitarra glitterata le faceva compagnia mentre da Ironic e You Oughta Know, a You Learn e Head Over Feet, Alanis Morissette ha emozionato l’intero pubblico portando in Piazza Duomo le canzoni che l’hanno resa famosa in tutto il mondo negli anni novanta e, che sono diventate il simbolo per una intera generazione.
La cantautrice canadese ha emozionato la piazza affollata con i cavalli di battaglia di 25 anni di carriera, un’apertura sicuramente degna di nota per questa 39esima edizione del Pistoia Blues.
Felisia Toscano
Settembre - Prato è spettacolo
Prato è città di arte e di storia. Il suo centro storico ricco di monumenti come la Basilica di S. Maria delle Carceri di Giuliano da Sangallo, il Palazzo Datini, il Museo dell’Opera del Duomo con le opere dei grandi maestri del Trecento e del Rinascimento tra cui un bellissimo crocefisso di Botticelli, il nuovo Museo Pecci, il Castello dell’Imperatore, Palazzo Pretorio, si fonde nelle varie stradine, ai suoi caffè fino ad arrivare alla straordinaria piazza con il suo Duomo e i suoi splendidi affreschi di Filippo Lippi e di Agnolo Gaddi, la facciata con il suo pulpito di Donatello e Michelozzo.
In questa cornice unica, proprio da Piazza Duomo, a Settembre, Prato diventa Spettacolo.
Settembre Prato è Spettacolo è il grande Festival organizzato da Fonderia Cultart, in collaborazione con il Comune di Prato che ha come sponsor Esselunga.
Giunto al suo terzo anno, nonostante la sua giovane età, dimostra, con un programma ricercato e di qualità, di non aver nulla da invidiare ad altri festival protagonisti delle estati toscane.
La musica pavoneggia a Piazza Duomo, nel “mese del vino e dei meravigliosi colori“, con la creatività di un territorio sempre attento all’arte che si esprime nei giorni del festival con tanta buona musica.
La festa parte dalla piazza ma tocca vari luoghi della città: mostre, spettacoli teatrali, festival di editoria e di musica indipendente e visite guidate con laboratori per bambini: un centinaio di appuntamenti tra piazza Duomo, piazza Santa Maria in Castello, piazza delle Carceri, Castello dell’Imperatore, giardino di Sant’Orsola e Santa Maria in Castello.
Oltre cento eventi animeranno la città dal 31 agosto al 17 settembre e, dal 9 al 17, tutti i giorni, sarà possibile partecipare agli spettacoli di circo contemporaneo Extra-Vagante, del Magda Clan Circo, che arriva a Prato dopo una fortunata tournèe in Europa.
Il programma di questa edizione nasce da un grande spirito di collaborazione fra le realtà culturali della città: associazioni, gruppi sportivi e creativi, associazioni di categoria, hanno unito le loro forze per dar vita ad una serie di eventi collaterali di altissimo livello. Sinergia, lavoro condiviso per conferire bellezza alla città.
Settembre Prato è spettacolo sarà il mese dei grandi concerti: in Piazza Duomo ci saranno Brunori SaS (31 agosto), Afterhours e Luci della Centrale elettrica (1 settenbre), Litfiba (2 settembre) Baustelle (3 settembre) Benjamin Clementine (4 settembre) ospite straordinario di questo festival, cantante, musicista e poeta anglo-ghanese 29enne che torna in Italia con un nuovo e intenso spettacolo che, per la prima volta, vedrà sul palco una band polifonica.
Il suo album di debutto “At Least For Now”, Universal Music Italia 2015, è stato definito dai critici un disco audace, brillante, stupefacente e gli è valso l’assegnazione del Mercury Prize 2015 – il prestigioso premio che ogni anno viene conferito da una giuria di addetti ai lavori e giornalisti musicali al miglior disco di un artista britannico o irlandese, quindi assolutamente da non perdere in una location come Piazza Duomo.
Il 5 settembre, invece, ci sarà il tradizionale concerto della Camerata Strumentale Città di Prato.
Al Museo Pecci si terrà un’eccezionale evento collaterale: un concerto ed una mostra per celebrare i 25 anni del memorabile concerto “Maciste contro Tutti”, nel quale suonarono quelli che erano o sarebbero stati i protagonisti della musica indipendente italiana.
Per Maciste contro tutti 25 anni (1992-2017), il 10 settembre al Museo Pecci saranno sul palco fra gli altri Francesco Magnelli, Gianni Maroccolo, Massimo Zamboni, Giorgio Canali, Ginevra Di Marco, Fatur, Max Collini, Francesco di Bella.
Fortezza Santa Valvola sarà, invece, un piccolo Festival nel Festival (2 e 3 Settembre) nel Castello dell’Imperatore ad ingresso libero.
Sempre al Castello dell’Imperatore, torna anche in quest’occasione il Progetto Zero, evento dedicato alla musica elettronica, dai suoni più profondi della techno a quelli più vivi della House Music.
Dopo il grande successo dello scorso anno sarà riproposta in forma ancor più ricca la Piazza dei Piccoli: dal 1 al 10 settembre in piazza Santa Maria in Castello i bambini saranno i protagonisti, insieme agli adulti che potranno immergersi in un’atmosfera giocosa nella loro isola che non c’è.
Tanti gli eventi in cartellone da non perdere e da segnare visitando il sito del Festival: www.settembreprato.it
Felisia Toscano
"Nessuno sa cosa farà Stefano Bollani in piano solo..."
Improvvisazione e maestria musicale. Nessuno sa cosa farà Stefano Bollani nel suo concerto in Piano Solo: è stata proprio questa la sensazione che ha accompagnato il pubblico che ha partecipato lo scorso martedì 27 Gennaio al suo concerto al Teatro Manzoni di Pistoia
In realtà qualche delucidazione l’ha data il noto artista, all’incontro che si è tenuto qualche ora prima dello spettacolo, presso il salottino del Teatro, raccontando quella che è la sua caratteristica per eccellenza: l’improvvisazione.
L’improvvisazione che si è legata con forza a quella che è la sua ironia, che ha fatto sorridere oltre che estasiare dinanzi alle sue note l’intero pubblico. Stefano Bollani ci svela quello che sente quando poggia le dita sui tasti: “Quando inizi a suonare ti fanno studiare l’improvvisazione su strutture molto precise, poi si cerca pian piano di uscire fuori da queste “gabbie”, le chiamo gabbie perché vuol dire che quando esci da lì e tocca a te suonare, ti stai fidando completamente di te stesso”.
Piano Solo è un meraviglioso grande gioco, un viaggio nella sua musica interiore, in cui Bollani segue l’ispirazione del momento, il suo istinto guidato dal luogo e dalla situazione, in un costante e coinvolgente “dialogo musicale” con il pubblico. Ad accompagnarlo, inoltre, per qualche brano, era sul palco l’artista toscano Gori che con il suo clarinetto ha duettato con l’artista.
Sul finire dell’esibizione, Bollani ha inoltre dato la possibilità al pubblico di chiedere qualche brano che avrebbe voluto ascoltare e lì si è completata la magia: da Bella Ciao a Antonia a Besame mucho: l’uno molto diverso dall’altro ma che l’artista è riuscito a tenere insieme con le sue meravigliose note. A concludere una serata musicale così intensa, non poteva non arrivare anche l’ omaggio a una scomparsa recente nel mondo della musica: Pino Daniele.
Foto e testo di Felisia Toscano
articolo pubblicato su http://www.memecult.it