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Atelier Malicot - Festival

date » 27-02-2024 11:34

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Du 15 au 23 mars 2024, l'Atelier Malicot organise le premier festival de photographie de rue à la chambre.
Voici les photographes qui participeront à ce premier festival:
Maria Di Pietro et Félisia Toscano vivent à Pistoia en Italie. Elles travaillent en tandem sur divers projets principalement en argentique.
Stella Iannitto est vidéaste et s’intéresse depuis peu à la photographie ambulante.
Sandrine Lissac vit à Paris et pratique la chambre de rue en argentique.
Tiphaine Populu vit et travaille à Tours. Elle expérimente divers procédés anciens
comme le collodion humide mais également le paladium.
Raphaël Bariatti-Veillon est installé à Tourcoing où il pratique la chambre de rue,
et réalise également à la demande des chambres photographiques. Il nous présentera quelques unes de ses réalisations.
Thierry Chuzeville est installé à Fontaine Raoul dans le Loir-et-Cher.
Il explore la technique de l’ambrotype à l’aide d’une chambre 20*20 cm.
Francis Courtemanche vit en Loire Atlantique à Bouguenais. Il pratique une multitude
de procédés et viendra à Sablé expérimenter un dérivé du Polaroïd.
Jean-Michel Delage vit à Baugé-en-Anjou. Il navigue entre la chambre de rue et le collodion humide.
Fabien Hamm est installé à Paris où il pratique le collodion humide sous toutes ses formes
et s’intéresse également à une multitude de procédés anciens positifs ou négatifs.
Kevin Ingrez, alias Faleke vit en région parisienne à Montreuil. A l’aide d’une chambre de rue,
il réalise des portraits en argentique dans une démarche participative avec ses modèles.
Alain Paris est installé à Orveault en Loire Atlantique. Il pratique la photo ambulante et le collodion humide.
Jean Luc Sigel vit à Mayres en Auvergne. Il pratique le collodion humide avec des chambres allant du 69 cm au 1824 cm
Au cours de ce festival, nous accueillerons également les élèves de l’école de photo de Pruillé le Chétif.
Que vous soyez amateur, amatrice, professionnel.le ou si tout simplement la photographie vous intéresse, venez rencontrer les photographes invité.e.s au festival, venez les voir opérer, venez vous y faire photographier !
Ce sera pour vous l'occasion de découvrir d'impressionnantes chambres photographiques, d'assister à l'apparition de ces images argentiques, et aussi de visiter l'Atelier Malicot, le plus ancien atelier photographique de France qui soit encore fonctionnel, avec son mobilier et ses décors d'origine.
N'hésitez pas à nous contacter pour plus de renseignements, et nous vous donnons rendez-vous pour ces premières rencontres photographiques de Sablé sur Sarthe.
A bientôt!

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Minutera itinerante a Tutti Matti per Colorno 2024

Minutera Itinerante alla Deriva è stata scelta tra più di 200 compagnie di artisti attraverso un bando pubblico per partecipare alla Scena OFF di Tutti Matti per Colorno 2024.

Ritratti ai sali d'argento
di Maria Di Pietro e Felisia Toscano


In un vivere continuo di immagini che si susseguono, spesso futili e fuggevoli nell’astratto di archivi che si smaterializzano, avere tra le mani una fotografia è come avere una certezza meno fragile. La fotografia minutera è un modo per creare un punto fermo nella vita delle persone. Non sei tu a cercare, a chiedere, è l’altro che viene verso di te, si ferma e posa. Quel che accade con la fotografia di strada accade nell’ora, adesso, si depongono le energie della corsa, del frenetico e del fuggevole senza ascolto, a prendere forma l’esserci in questo momento in connessione con sé stessi. La fotografia come arte per conoscere se stesso e l'altro.

"I nostri ritratti vengono realizzati al momento in una piccola scatola di legno che è la nostra macchina fotografica istantanea itinerante. Attraverso l’obiettivo la luce va ad imprimere la fotografia su una carta ai sali d’argento, nel momento stesso in cui nasce la stampa da quella scatola magica si afferma la propria esistenza, la necessità, il bisogno di svelarla al mondo. Il fascino, il mistero, misterioso seppur svelato, sembra quasi una magia realizzata da un artista del gioco, quelli di magia, funamboli, sognatori e sognatrici… una mano si muove all’interno della scatola, e ad uscirne è una fotografia, unica e irripetibile.”

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Patti Smith a Mantova: poesia e salvezza

Un concerto che ha travalicato i confini della musica, trasformandosi in un vero e proprio atto di speranza, di riflessione sull’arte e di libertà. Patti Smith, la sacerdotessa del rock, ha incantato il pubblico mantovano con un’esibizione che ha toccato le corde più profonde dell’anima. La scaletta, un viaggio attraverso la sua lunga carriera, ha offerto un mix perfetto di brani storici e gemme meno conosciute. L’apertura con “Ghost” ha subito creato un’atmosfera sospesa e malinconica, mentre “Summer Cannibals” ha infuso un’energia primitiva e vitale che ha subito trascinato il pubblico ad un abbraccio circolare pieno di passione. Ma è stato durante l’esecuzione di brani come “Redondo” e “Black Coat” che l’emozione ha raggiunto il culmine. Dedicati rispettivamente a Fred “Sonic” Smith e a Arthur Rimbaud, questi brani hanno rivelato l’anima più intima e profonda dell’artista. I suoi occhi chiusi, le mani che danzavano lievi a disegnare musica e vita. Un tocco particolarmente emozionante è stato l’omaggio a due figure iconiche: Pier Paolo Pasolini e Kurt Cobain. Con la sua voce graffiante, Patti Smith ha interpretato una poesia di Pasolini, trasformandola in un canto intenso e struggente. A Cobain, invece, ha dedicato una versione intensa e personale di uno dei suoi brani più celebri, sottolineando l’importanza della sua eredità musicale. Non poteva mancare un appello alla pace, la stessa che si invocava in passato, che ancora oggi si ha necessità di implorare… Patti Smith ha colto l’occasione per lanciare un messaggio forte e chiaro contro la violenza e le guerre che affliggono il mondo. Attraverso le sue canzoni e le sue parole,ha invitato il pubblico a riflettere sul valore della pace, dell’amore e della solidarietà, senza banalità, ma un sentire ad occhi chiusi vibrando sulla pelle di ognuno. “Utilizziamo il Potere per creare un mondo migliore”. Le ultime canzoni, “Dancing”, “Poem Peaceable”, “Pissing Teen Sarit” e la conclusiva “People”, sono state un inno alla vita, alla libertà e alla speranza. Un invito a non perdere mai la fiducia nel futuro e a continuare a lottare per un mondo più giusto e equo. La sacerdotessa del rock, ha incantato tutti e tutte, con un concerto che ha trovato la sua naturale cornice nell’inaugurazione della mostra “Picasso: Poesia e Salvezza”. La scelta di far coincidere il concerto di Patti Smith con l’apertura della mostra dedicata a Picasso non è stata casuale. Entrambi gli artisti, pur appartenendo a generazioni e a linguaggi espressivi diversi, condividono una profonda passione per la poesia, la libertà creativa e la ricerca di un senso più profondo dell’esistenza. La sua eredità artistica continua a ispirare nuove generazioni di musicisti e poeti. La sua voce, rauca e graffiata, è un invito a non conformarsi, a seguire i propri sogni e a lottare per ciò in cui si crede. In un mondo sempre più complesso e frammentato, la musica di Patti Smith rappresenta un faro di luce, un invito a ritrovare la nostra umanità e a costruire un futuro migliore per tutti. La sua musica, come l’arte di Picasso, rappresentano un messaggio di speranza e di unità. Entrambi gli artisti, attraverso le loro opere, ci invitano a guardare oltre le apparenze, a cercare la bellezza nelle cose semplici e a credere in un futuro migliore. Il concerto di Mantova è stato un’esperienza indimenticabile, un momento in cui la musica e l’arte si sono fuse in un abbraccio perfetto, dando vita ad un’emozione che rimarrà per sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di esserci.
Noi eravamo lì, e come per magia, siamo ancora travolte da ogni vibrazione della sua voce.


Testo e foto Maria Di Pietro e Felisia Toscano

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Recanti Art Festival e Minutera Itinerante alla Deriva

date » 17-07-2024 12:10

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Spettacolo: Ritratti d’autore ai sali d’argento

Ritrattistica istantanea, itinerante, un’azione teatrale: impronta di presenza. Nel momento stesso in cui nasce la stampa da quella scatola magica si afferma la propria esistenza, la necessità, il bisogno di svelarla al mondo. Il fascino, il mistero, misterioso seppur svelato, sembra quasi una magia realizzata da un artista del gioco, quelli di magia, funamboli, sognatori e sognatrici… una mano si muove all’interno della scatola, ad uscirne è una fotografia, unica e irripetibile. E’ come quel gioco infantile, il girotondo, dove però non si accelera il corpo per provare quel piacere di stordimento, dove tutto l’ambiente intorno si trasforma in un caos luminoso con quella lanterna magica. Con quel mio gioco cerco di ricreare attraverso la memoria quell’anima infantile che vi è in me, attraverso il mio corpo e quel che può fare, con lentezza. Lo ricorda un fotografo del 900, J.H. Lartigue “da bambino socchiudevo gli occhi in modo da non lasciare che una sottile fessura attraverso la quale guardavo intensamente ciò che volevo vedere, poi giravo tre volte su me stesso pensando che avrei intrappolato quanto avevo guardato e conservato all’infinito non solo ciò che avevo ma anche gli odori e i rumori. Evidentemente a lungo andare mi sono accorto che il mio trucco non funzionava ed è allora che mi sono servito di una macchina fotografica.” Il suo stesso corpo come l’apparecchio fotografico, la camera del suo occhio a quello dell’attrezzo tecnico, il tempo di posa a tre giri su se stesso… la scelta della felicità, dare un senso al proprio vissuto, esserci e ricordare di esserci con una scatola magica dentro l’instancabile intreccio di vite, riflessioni e memorie. Creare l’ ”io” in una visione intrisa di malinconia, una malinconia resistenziale dove si ferma il tempo, si afferra l’istante, il destino effimero di ogni gioia. Una scelta ogni volta. Una scelta artistica, autentica. Mentre Lartigue fermava l’essenza stessa del divenire, il movimento, io mi osservo e mi ritrovo a ritornare ad un inizio, non certo a fermarmi, ma a ricominciare ad osservare tutto ciò che si ferma senza più, almeno per ora, inseguirlo. Ad accogliere chi non cerca una semplice riproduzione di un’immagine virtuale, digitale ma chi necessita di sentirsi attraverso un rito che trova radici in quel girotondo antico, in un luogo, in uno spazio fatto di luce.


Minutera Itinerante alla Deriva a Recanati Art Festival

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Benjamin Clementine incanta Fiesole

Bentornata Estate Fiesolana, ben tornare arte in uno dei teatri più belli della Toscana.
Passato alla storia per aver accolto per primo la tragedia classica nel 1962, il teatro romano di Fiesole accoglie anche quest’anno uno dei più bei festival nazionali.
L’inizio c’è stato il 21 giugno in occasione della Festa della Musica con alcune serate organizzate dalla Scuola di Musica di Fiesole e dal Teatro Puccini.
Finalmente un’edizione a capienza piena, con un programma che va da giugno a settembre ricco di grandi artisti e, il 26 luglio, ad incantare il pubblico con la sua voce unica è stato Benjamin Clementine.
Pantaloni bianchi e camicia turchese a piedi scalzi Clementine fa il suo ingresso sul palcoscenico e da inizio ad una serata bellissima, voce e piano, suoni dolci ed emozionanti, voce malinconica e amorevole… tutto ha contribuito a rendere la sua performance incredibile.
Il pubblico l’ha accompagnato con emozione sulle noti dolcissime di Condolence e Benjamin, ad ogni parola, si guardava intorno e ringraziava i presenti mentre con grande talento teneva la scena.
Benjamin Clementine è cresciuto nel nord di Londra, attualmente vive a Parigi e sin da giovanissimo ha imparato a suonare il piano ed ha intrapreso la vita dell’artista di strada; la metropolitana era il suo palco quotidiano e, come per i poeti, un giorno qualcuno si è accorto di lui passando lì per caso.
La svolta della sua carriera c’è stata nel 2013 quando ha prodotto il suo primo album At Least for Now premiato con il Mercury e altri prestigiosi premi in tutta Europa.
Nel 2017 annuncia il suo secondo album I Tell a Fly, nel quale si racconta parlando degli episodi di bullismo vissuti in prima persona.
Nel 2020 ha pubblicato il brano Calm Down e ha debuttato al cinema come attore nel film “Dune” di Denis Villeneuve.
In tantissimi concordano sul fatto che il suo stile ricorda i grandi nomi della musica nera del blues come Little Richard e Nina Simone.
Al Teatro romano di Fiesole c’è spazio anche per il cinema con una rassegna curata dalla Fondazione Stensen.
Estate Fiesolana è organizzata, unitamente alla Amministrazione Comunale di Fiesole, da PRG Srl e Associazione Music Pool; le proposte del cartellone di questa edizione sono rese possibili grazie al contributo concesso dal Comune di Fiesole, della Fondazione CR Firenze, della Regione Toscana e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, oltre al sostegno delle aziende locali Dorin, Bibi Graetz, Chianti Banca, Unicoop Firenze, Il Salviatino e Sammontana.

Testo e foto di Felisia Toscano

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Dialoghi di Pistoia chiude la XIII edizione con 16.000 presenze

E’ stata un’edizione intensa, all’insegna della condivisione con grandi nomi e una sentita partecipazione da parte del pubblico e dei volontari, ben 300, che anche quest’anno hanno reso il festival pistoiese un successo. Tre giorni che hanno visto susseguirsi personalità di spicco del panorama culturale italiano e internazionale, da James Clifford a Dacia Maraini, applausi e standing ovation sono stati frequenti durante gli incontri. Spunti di riflessione e tematiche importanti come l’incontro con Saviano tenutosi sabato in una piazza Duomo gremita, lo scrittore ha affrontato il tema dell’edizione 2022 “Narrare humanum est. La vita come intreccio di storie e immagini” partendo dalla pubblicazione recente del suo libro ‘Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo’ realizzato grazie a memorie, diari e documenti che hanno partecipato all’intera vicenda; durante l’incontro l’autore ha cercato di dare risalto al coraggio, quello silenzioso, quello ossequioso, quello individuale.
“Le leggi sono per i fessi, le regole per chi sa stare al mondo” è così che Saviano ha sintetizzato in un modo alquanto semplice ed immediato l’approccio dei “famosi” uomini di onore; il romanzo inizia con un’esplosione: un padre sta raccogliendo delle bombe inesplose lanciate dagli americani e sta cercando di aprirne una per poi rivenderne ogni pezzo. La deflagrazione che segue non lascia scampo né a lui né ai suoi figli, eccetto uno: si chiama Salvatore Riina e ha solo 12 anni.
Da quest’esplosione si arriverà, anni dopo, a quella di Capaci.
Al Teatro Manzoni protagonista assoluto lo statunitense James Clifford, antropologo contemporaneo che ha condiviso il suo modo di narrare le altre culture completamente capovolto, una nuova visione iniziata già negli anni ottanta quando decise di iniziare a raccontare “l’altro” non più distinguendo noi e voi ma, facendo confluire noi insieme agli altri, solo insieme riusciremo a non fare distinzioni.
A suggellare la chiusura la chiusura di quest’edizione, la consegna della quinta edizione del Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia a Dacia Maraini, per sottolineare l’importanza di una figura nel mondo culturale che ha testimoniato la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane. Un dialogo volto ad evitare qualsiasi discriminazione, fatto di immagini, di viaggi, di dolore… un modo per capire come le proprie idee resistono anche quando tutto il resto sembra condizionarle.
«Mi viene naturale rivoltarmi alle ingiustizie, la mia sete di giustizia non è solo per le donne, ma anche per i senzatetto, malati psichici, i ragazzi delle periferie. La giustizia vuol dire resistere, tener fede alle proprie idee anche a costo di subirne le conseguenze. Vuol dire rivoltarsi ad una legge perché è sbagliata, non per un proprio tornaconto».
Con un messaggio pieno di forza e di coraggio per la società in cui ci troviamo e per le future generazioni, si cala il sipario sui Dialoghi di Pistoia che, quest’anno, ha fatto registrare 16.000 presenze.


Felisia Toscano
Foto Dialoghi di Pistoia

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Il Programma della XIII edizione dei Dialoghi di Pistoia

Dialoghi di Pistoia tornano ad animare la città con una tre giorni che ormai ha visto ben 200.000 presenze nel corso delle precedenti dodici edizioni.
Narrare humanum est. La vita come intreccio di storie e immaginari è questo il tema scelto per il Festival del 2022 che come sempre accoglierà antropologici, filosofi, scrittori, classicisti pronti a dialogare sull’importanza della narrazione, dai mezzi di comunicazione tradizionali come i miti classici, il cinema per poi arrivare al web, allo storytelling e alla comunicazione contemporanea.
Ad aprire la conferenza stampa sono le parole di Lorenzo Zogheri per la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che riconferma l’importanza del sostegno e della collaborazione che ormai da anni viene data al Festival antropologico pistoiese, inoltre sottolinea la bellezza del rapporto creato con i giovani che, in tantissimi, arrivano sia come spettatori che come volontari; Cristina Pantera Amministratrice di Pistoia Musei svela una delle novità di quest’anno, ovvero, la possibilità di ampliare i proprio orizzonti che all’interno di Dialoghi si è trasformato nella realizzazione degli eventi dei Festival anche fuori Pistoia, quest’anno, infatti, ci sarà la possibilità di partecipare ad alcuni eventi presso il Teatro Pacini di Pescia.
Il Sindaco Alessandro Tomasi commenta “sono convinto che anche quest’edizione lascerà un segno positivo, non mi resta che augurarvi buoni Dialoghi!”
Dulcis in fundo Giulia Cogoli ideatrice e direttrice di Dialoghi di Pistoia presenta, con enorme soddisfazione ed entusiasmo, quello che sarà il tema di questa XIII edizione.
L’apertura ci sarà venerdì 27 maggio con Maurizio Bettini, scrittore e fondatore del Centro di studi sull’Antropologia del Mondo Antico dell’Università di Siena; Guido Barbieri, Anna Bonaiuto, Concita De Gregorio, Roberto Saviano e tanti altri nomi saranno i protagonisti.
Il Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia quest’anno verrà conferito a Dacia Maraini scrittrice, drammaturga, saggista e poetessa le cui opere sono tradotte in più di venti paesi.
“Il nostro non è un semplice Festival di tre giorni, è un vero e proprio sistema culturale a cui hanno preso parte e lavorano circa 500 persone” afferma la Cogoli.
Dialoghi di Pistoia è uno dei festival più importanti d’Italia con un ampio archivio di file/video che conta milioni di visualizzazioni, un progetto scuola con ben 32.000 studenti provenienti da tutta Italia ed una collana di libri.
La bella cornice di Piazza Del Duomo, insieme ai Teatri pistoiesi vi aspettano dal 27 al 29 maggio con numerosi eventi e conferenze che, anche quest’anno, contribuiranno ad arricchire umanamente e culturalmente tutti i partecipanti.

Testo e foto di Felisia Toscano

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Benvenuti a Procida

“Benvenuti a Procida Capitale della Cultura” è questa la voce che si sente dal capitano di bordo attraverso l’altoparlante del traghetto, siamo attraccati, siamo arrivati alla Marina di Procida e ora, cominciamo il giro dell’isola napoletana.
I ritmi lenti li percepisci appena ti guardi intorno, le onde del mare accarezzano il porto, le numerose barche fanno da sfondo incorniciando, in lontananza, il golfo di Napoli.
Le prime notizie su Procida risalgono all’VIII secolo a.C. quando vi approdarono i coloni Calcidesi, durante l’alto medioevo spesso fu visitata da pirati saraceni, proprio ad una di queste incursioni è legata la legenda di San Michele Arcangelo, oggi patrono dell’isola.
La zona dell’isola predisposta alla difesa è Terra Murata che con i 91 metri di altezza di Palazzo d’Avalos era l’unico punto da cui era impossibile l’accesso per il nemico.
Negli anni successivi la storia dell’isola inevitabilmente sarà condizionata dalle vicende napoletane.
Il Palazzo costruito nel ‘500, nel 1830 fu trasformato in carcere; oggi l’intera struttura è aperta al pubblico per visite guidate, un percorso che consente di immergersi in una realtà non molto lontana nel tempo ma, che meglio esprime l’animo di coloro che erano costretti a scontare la propria pena dinanzi l’immensità che riuscivano a guardare dalla finestra delle loro celle.
Da Terra Murata ci incamminiamo verso la parte più amata dai visitatori, percorrendo vicoli e fotografando le abitazioni colorate arriviamo giù alla Corricella e ci imbattiamo in uno dei più famosi ristoranti procidani “da Maria alla Corricella”.
Maria, lo si capisce sin da subito, è la protagonista assoluta.
Non è solo la proprietaria del ristorante ma, è anche l’unica donna pescatrice dell’isola che sin dall’età di 14 anni, anno in cui perse il padre, sapeva non solo salire in barca ma tirare su metri e metri di reti.
Il pescato, dal mare alla tavola, passa sotto le sue mani e la sua cura.
Maria è una donna procidana di 65 anni, conosce il mare e il vento da quando era piccola, accanto a lei Francesco, il cugino più grande che l’ha vista crescere, che ci confida con aria fiera che la piccola cugina ha sempre avuto una grande forza che l’ha contraddista soprattutto in mare aperto.
Maria ci guarda con aria sospettosa ma, alla richiesta di andare con lei in barca a ritirare le reti il mattino seguente non si fa pregare, appuntamento all’alba.
La fierezza, la forza, lo sguardo con cui ci racconta della sua vita e del suo mare sono tali da comprendere la sua personalità, arriviamo in mare aperto e comincia a tirare su le reti, metro dopo metro mette “in casa” il suo oro del giorno.
Muovendoci tra i vicoli e tra le spiagge che hanno reso l’isola famosa ci imbattiamo in giovani realtà culturali che sembrano attendere con ansia quelle che saranno le iniziative per l’anno 2022, quando finalmente sarà arrivato il momento di mantenere alto il titolo di capitale della cultura italiana ecco che arriviamo alla Libreria Nutrimenti dove ci accoglie Natalia che ci racconta dell’unica libreria presente sull’isola.
Nata nel 2014 e di proprietà della Casa Editrice Nutrimenti, Andrea ed Ada in visita a Procida realizzano ben presto il desiderio di aprire un piccolo luogo di cultura per tutti i procidani e non; dato in gestione a Natalia e a suo fratello Leonardo, Nutrimenti è una libreria indipendente, dove esiste la figura del libraio alla vecchia maniera, dove consigliare e acquistare libri è uno scambio quotidiano, dove la cura per il cliente è una prerogativa a cui non si può proprio rinunciare.
Inoltre, tra le iniziative intraprese, Nutrimenti ogni anno è impegnata nella realizzazione del festival Procida Racconta che si spera possa riprendere nel 2022 dopo lo stop forzato dovuto alla pandemia.
Per quanto riguarda il turismo sull’isola, possiamo dire che il target è variegato e sicuramente manifestazioni culturali come Maretica, il festival con grandi nomi del panorama letterario come Alessandro Baricco o Daria Bignardi, sono occasioni per visitatori, vicini o lontani, da cogliere senza remore.
Proprio per fermarsi qualche giorno sull’isola si può optare per una delle soluzioni più ricercate da vivere, il glamping.
La parola glamping si sposa perfettamente con il progetto turistico realizzato da Procida Camp e Resort, infatti, nella zona dei vecchi palazzi non troppo lontano dalla Chiesa di Sant’Antonio Abate troviamo all’interno di una bellissima area verde le luccicose roulotte americane, le Airstream, che accompagnano e coccolano gli ospiti in un’esperienza unica sull’isola. Sicuramente i tanti alberi di limoni, orgoglio procidano, incorniciano il tutto all’interno di una sola parola autentica: esperienza.
Il loro concept è immediato “il concetto della Dolce vita, vivere il tempo assaporandone ogni minuto, senza fretta”, mood che da sempre caratterizza l’isola dai mille colori.
Infine, possiamo raccontare della prima iniziativa realizzata per festeggiare in anticipo quello che sarà l’anno della cultura procidana, Panorama, organizzata da Italics, la prima edizione di mostra diffusa sul territorio tenutasi dal 2 al 5 settembre.
A partire dall’alto di Terra Murata, sono state inserite nel territorio opere di numerosi artisti, tra cui Mathias Stomer, Giulio Paolini, Mimmo Paladino, Giulia Cenci, Victoria Miro e tanti altri, collocate sia all’interno di luoghi privati che in spazi pubblici, un’occasione per far arrivare il visitatore in angoli che magari normalmente sarebbero inaccessibili.
Tra le opere più suggestive segnaliamo l’installazione a Casale Vascello, dove all’interno di una corte condominiale, troviamo le mappe marine di Elisabetta Benassi con una scultura sospesa di Tomas Saraceno oppure la suggestiva opera di Paladino all’ingresso di Palazzo d’Avalos.
Curiosità ed entusiasmo sono i sentimenti riscontrati nei procidani ma, anche prudenza per quello che potrà essere, si spera, uno degli anni più belli per l’isola.
Se invece si vuole percorrere il filo dell’arte locale e tradizionale è il caso di entrare nella bottega di Antonio Lamura, dove sculture, personaggi e piccole ambientazioni prendono vita a pochi passi dalla marina di Procida.
La passione e l’arte di Antonio sono palpabili nella cura dei dettagli, nella precisione e nell’amore con cui custodisce le sue creazioni.
“Da anni proponiamo eventi culturali a Procida e non siamo di certo alla ricerca di una “vetrina” per fare bella figura nel 2022, quello che ci interessa fare in quest’anno così importante per tutta la comunità è portare l’attenzione di tutte le istituzioni sulla realtà procidana.
Panorama è stato il biglietto di ingresso, un’occasione che ha coinvolto con gioia tutta la comunità” commenta il Sindaco Raimondo Ambrosino.


Testo di Felisia Toscano – Foto di Maria Di Pietro

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Mercantia: è tornata la magia a Certaldo

Tre serate sold out e circa 2000 biglietti venduti, sono questi i primi numeri dell’edizione 2021 di Mercantia il Festival Internazionale del Quarto teatro, in scena a Certaldo che, quest’anno ha come tema l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri “e quindi uscimmo a riveder le stelle…”
Non solo performance, non solo artisti, anche artigiani e installazioni hanno fatto parte del ricco programma che si è chiuso domenica 18 luglio.
Capienza ridotta e solo 1000 posti per serata, niente balli, né musica, né spettacoli itineranti… Mercantia è un festival diverso quest’anno ma, fa comunque sentire la sua voce anzi, fa comunque vedere la sua arte al pubblico che non si è perso l’appuntamento annuale nonostante le restrizioni e i “cambiamenti”.
Tra gli artisti troviamo: Asante Kenya un gruppo di 4 atleti-acrobati provenienti dal Kenya che danno vita ad una serie di salti morali, piramidi umane; Luca Regina con il suo Show delle Meraviglie dove la spazzatura diventa magia; Arnaldo Mangini, un mega influencer che intrattiene il pubblico con magie e balletti; Benedetta Giuntini in scena con le “donne di Dante” intraprende un viaggio contemporaneo nella storia della donna; l’immancabile mago con la T maiuscola Tino Fimiani e ancora Veronica Gonzalez, Federico Pieri che omaggia Federico fellini attraverso le ombre e la magia e tanti altri.
Inoltre, salendo verso Palazzo Pretorio, un’illuminazione di blu ha offerto al pubblico una visione paradisiaca, con una installazione realizzata con la collaborazione dell’architetto designer Patrizio Arrighi.
Infine, per coccolare i visitatori, a Certaldo basso in Piazza Boccaccio è stato allestito il mercato dell’artigianato con ben 50 artigiani provenienti da tutta Italia e con creazioni di tutti i tipi.
Mercantia quest’anno è tornata e a suo modo, nell’unico possibile, è riuscita a stupire.


Felisia Toscano
Foto da pagina ufficiale Facebook Mercantia – PH Mauro Menichetti

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La fioritura della lavanda sulle colline di Santa Luce

Ci siamo persi la fioritura dei ciliegi con le misure restrittive pasquali ma, non di certo la meravigliosa fioritura dei campo di lavanda, in Toscana.
Nella meravigliosa cornice delle colline di Santa Luce per tutto il mese di giugno e luglio sarà possibile trovare la lavanda, visitare campi, perdersi nel suo profumo, a partire da Flora Aromatica Santa Luca la cui fioritura dovrebbe concludersi verso il 14 luglio.
Dai fiori agli oli, ai profumi, alle essenze colorate l’offerta è veramente ampia, Santa Luce è solo un punto di partenza, è possibile scoprire i campi anche a Massarosa, nel senese e addirittura in Maremma, le coltivazioni sono diffuse, infatti, anche nella provincia di Grosseto.
Dal 18 al 21 giugno si è svolto anche il Festival “I Giorni della Lavanda”, nato con l’obiettivo di valorizzare il territorio, a suggello quest’anno anche della celebrazione dei 30 anni di attività della FLORA. Un evento attesissimo che ha registrato la presenza di numerosi visitatori che tra filari di lavanda e mercatini sono giunti da varie parti per vedere e fotografare i campi viola.
Inoltre, durante il Festival è stato istituito anche un Premio per la miglior decorazione privata a tema “I colori della lavanda”, il miglior abbellimento di case, giardini o negozi si vedrà recapitare un cesto di prodotti BIO.
Sarà ancora possibile visitare i campi di lavanda in maniera autonoma fino alla metà di luglio, seguendo sempre le norme basilari quali: non raccogliere o tagliare la lavanda, non scavalcare i filari.
Oltre la visita sarà possibile, grazie alla rete di imprese “Colli Pisani” partecipare ad altre iniziative come: laboratori, massaggi, workshop dedicati all’uso in cosmesi della lavanda e tanto altro.


Testo e foto di Felisia Toscano

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