Picasso a Palazzo Te: un dialogo tra genio, mito e rock
Mantova, città dei Gonzaga e delle arti, ha aperto le porte di Palazzo Te ad un incontro straordinario: l’arte di Pablo Picasso dialoga con gli affreschi rinascimentali di Giulio Romano, in una mostra che trascende i confini del tempo e dello spazio. “Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza” è un viaggio nell’anima dell’artista spagnolo, un’immersione in un universo creativo che trova nella poesia e nella letteratura un rifugio e una fonte inesauribile di ispirazione. Le sale affrescate di Palazzo Te, con le loro figure mitologiche e le loro prospettive audaci, creano un palcoscenico ideale per ospitare le opere di Picasso. Le linee essenziali e le forme semplificate delle sue sculture e dei suoi dipinti entrano in un dialogo inaspettato con la monumentalità del Rinascimento, generando un’alchimia unica tra passato e presente. Come scrive la curatrice Annie Cohen-Solal, “Picasso a Palazzo Te non è solo una mostra, ma un’esperienza sensoriale che invita il visitatore a riflettere sulla natura dell’arte e sulla sua capacità di trasmettere emozioni e idee”.
La mostra ha avuto un’ospite d’eccezione: Patti Smith, la poetessa del rock, ha inaugurato l’esposizione nel giorno del suo concerto a Mantova. La rockstar americana, da sempre ammiratrice di Picasso, ha sottolineato il profondo legame che unisce l’artista spagnolo alla sua generazione. “Picasso ha aperto le porte a una nuova visione dell’arte”, ha dichiarato Patti Smith, “e la sua influenza si sente ancora oggi nella musica, nella letteratura e in tutte le forme di espressione creativa”. La mostra esplora il tema della poesia come fonte di ispirazione e di salvezza. Picasso, come molti artisti del suo tempo, ha trovato nella poesia un rifugio dalle turbolenze del mondo e un modo per esprimere la propria complessità interiore. Le sue opere, cariche di riferimenti letterari, ci invitano a leggere tra le righe, a scoprire i significati nascosti dietro le forme e i colori. Visitare la mostra “Picasso a Palazzo Te” è un’esperienza che va oltre la semplice contemplazione delle opere d’arte. È un viaggio nel tempo e nello spazio, un confronto tra culture e generazioni, una chiave di lettura del legame profondo tra Picasso e la poesia, che ci mostra un lato più intimo e profondo dell’artista, allo stesso tempo consacra la sua influenza sulla cultura contemporanea, testimoniata dalla presenza di Patti Smith. L’incontro tra il genio di Picasso e la bellezza di Palazzo Te è un evento che vale la pena di vedere.
Testo e foto di Felisia Toscano

Patti Smith a Mantova: poesia e salvezza
Un concerto che ha travalicato i confini della musica, trasformandosi in un vero e proprio atto di speranza, di riflessione sull’arte e di libertà. Patti Smith, la sacerdotessa del rock, ha incantato il pubblico mantovano con un’esibizione che ha toccato le corde più profonde dell’anima. La scaletta, un viaggio attraverso la sua lunga carriera, ha offerto un mix perfetto di brani storici e gemme meno conosciute. L’apertura con “Ghost” ha subito creato un’atmosfera sospesa e malinconica, mentre “Summer Cannibals” ha infuso un’energia primitiva e vitale che ha subito trascinato il pubblico ad un abbraccio circolare pieno di passione. Ma è stato durante l’esecuzione di brani come “Redondo” e “Black Coat” che l’emozione ha raggiunto il culmine. Dedicati rispettivamente a Fred “Sonic” Smith e a Arthur Rimbaud, questi brani hanno rivelato l’anima più intima e profonda dell’artista. I suoi occhi chiusi, le mani che danzavano lievi a disegnare musica e vita. Un tocco particolarmente emozionante è stato l’omaggio a due figure iconiche: Pier Paolo Pasolini e Kurt Cobain. Con la sua voce graffiante, Patti Smith ha interpretato una poesia di Pasolini, trasformandola in un canto intenso e struggente. A Cobain, invece, ha dedicato una versione intensa e personale di uno dei suoi brani più celebri, sottolineando l’importanza della sua eredità musicale. Non poteva mancare un appello alla pace, la stessa che si invocava in passato, che ancora oggi si ha necessità di implorare… Patti Smith ha colto l’occasione per lanciare un messaggio forte e chiaro contro la violenza e le guerre che affliggono il mondo. Attraverso le sue canzoni e le sue parole,ha invitato il pubblico a riflettere sul valore della pace, dell’amore e della solidarietà, senza banalità, ma un sentire ad occhi chiusi vibrando sulla pelle di ognuno. “Utilizziamo il Potere per creare un mondo migliore”. Le ultime canzoni, “Dancing”, “Poem Peaceable”, “Pissing Teen Sarit” e la conclusiva “People”, sono state un inno alla vita, alla libertà e alla speranza. Un invito a non perdere mai la fiducia nel futuro e a continuare a lottare per un mondo più giusto e equo. La sacerdotessa del rock, ha incantato tutti e tutte, con un concerto che ha trovato la sua naturale cornice nell’inaugurazione della mostra “Picasso: Poesia e Salvezza”. La scelta di far coincidere il concerto di Patti Smith con l’apertura della mostra dedicata a Picasso non è stata casuale. Entrambi gli artisti, pur appartenendo a generazioni e a linguaggi espressivi diversi, condividono una profonda passione per la poesia, la libertà creativa e la ricerca di un senso più profondo dell’esistenza. La sua eredità artistica continua a ispirare nuove generazioni di musicisti e poeti. La sua voce, rauca e graffiata, è un invito a non conformarsi, a seguire i propri sogni e a lottare per ciò in cui si crede. In un mondo sempre più complesso e frammentato, la musica di Patti Smith rappresenta un faro di luce, un invito a ritrovare la nostra umanità e a costruire un futuro migliore per tutti. La sua musica, come l’arte di Picasso, rappresentano un messaggio di speranza e di unità. Entrambi gli artisti, attraverso le loro opere, ci invitano a guardare oltre le apparenze, a cercare la bellezza nelle cose semplici e a credere in un futuro migliore. Il concerto di Mantova è stato un’esperienza indimenticabile, un momento in cui la musica e l’arte si sono fuse in un abbraccio perfetto, dando vita ad un’emozione che rimarrà per sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di esserci.
Noi eravamo lì, e come per magia, siamo ancora travolte da ogni vibrazione della sua voce.
Testo e foto Maria Di Pietro e Felisia Toscano
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